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Alla ricerca del bene, contro bullismo, mobbing e violenze

di Roberto Zadik

Il tema della giustizia, l’avversione per ogni forma di violenza fisica, psicologica e morale e la ricerca del Bene mi hanno sempre affascinato, fin dai tempi ormai lontanissimi di quel Liceo Classico alla scuola ebraica, della biografia di Martin Luther King e del film “Gandhi” che ho visto alle scuole medie. Con questo mio cognome - lo Tzaddik nella tradizione ebraica è il Giusto, figura di eccezionale valore - l’interesse per tematiche etiche e morali era quasi fisiologico, quasi scontato - anche se spesso, più che un cognome, è un esame e una sfida con me stesso e col mondo circostante. 

Da tante riflessioni su temi sociali, letterari, religiosi e da un misto fra giornalismo, musica e fantasie letterarie sono nati i miei due libri Milanconie 2.0  e Soulcityty 2.1 - L’anima delle città, entrambi pubblicati come eBook su Amazon. Mi sono scervellato a lungo per scegliere temi, inventare storie, pensare a personaggi credibili ed emozionanti evitando buonismo, retorica e eccessi di volgarità. Di cosa parlare? E come? Queste domande mi ronzavano nella mente come una mosca che non riesce a uscire dalla casa da cui è entrata accidentalmente dalla classica finestra aperta. Finalmente mi sono deciso a pensare a una serie di argomenti, film, libri e canzoni che sono sempre stati le mie passioni e i miei fari di ispirazione. Questo per chi dice che “scrivono tutti, ormai”, che “scrivere non è difficile”. Sono colossali bugie, scrivere bene è molto complesso.

Fra i temi, gli argomenti della giustizia, della violenza, dell’umana fallibilità erano in pole position. E infatti, l’ultima storia di Milanconie 2.0, una satira della Milano di oggi e un ritratto generazionale in 7 racconti, uscito nell’estate 2013, narra la vicenda di un simpatico ragazzone obeso che rimane vittima di uno scherzo atroce da parte della sua compagnia di finti amici, in particolare della bella e seducente Silvia, di cui è perdutamente innamorato da anni e che sta col suo amico Riccardo. La ragazza gli promette che se vince una partita di calcio - sebbene per Jacopo, che pesa oltre centoventi chili, correre in Luglio, con il caldo umido della periferia lombarda, sia un rischio per la vita - avrà un rapporto con lui, tradendo il suo fidanzato. Situazioni difficili, umorismo, sfida fra valori di amicizia e di amore e un lieto fine (dove Riccardo si rivela un "giusto", salvando Jacopo dalla morte per infarto). Questa storia positiva conclude un testo agrodolce e pungente. Nello stesso libro, tratto poi di un’altra piaga sociale italiana e non solo, ossia la violenza sulle donne, con la storia del marito despota e schizofrenico Giovanni che, nell’indifferenza dei vicini del condominio, se la prende con moglie e figlio. Un bravo poliziotto si opporrà alla sua crudeltà e la vita dei protagonisti cambierà, con un susseguirsi di colpi di scena e di situazioni imprevedibili.

Dopo tre anni dalla stesura di questi racconti, ho cominciato a pensare a cosa scrivere di nuovo. Ho viaggiato, letto libri, conosciuto un sacco di gente interessante proveniente da vari Paesi e queste esperienze sono state davvero utili per il mio secondo testo, Soulcityty 2.1. Poi l’attacco a Charlie Hebdo, la strage al Bataclan, Hypercacher e l’escalation di violenza in Israele. Ho pensato quindi di romanzare la cronaca, di disegnare storie credibili da luoghi in cui sono stato, ispirandomi a vari autori - da Pessoa, poeta e viaggiatore portoghese, al suo traduttore in italiano, lo scrittore e saggista Tabucchi, fino a Terzani e ai libri sulle città dell’ironico Bill Bryson.

Insomma, mi sono impegnato a sfornare qualcosa di originale e diverso da tutto quello che vedo nelle librerie e sul web. È una cornice e un riassunto di questo tormentato 21esimo secolo questo secondo libro, dove ho cercato di raccontare l’Italia e il mondo, ispirato anche da Expo e dalla ventata di gioiosa internazionalità che ha portato a Milano. Sono sempre stato molto legato a questa città e all’Italia, nonostante mantenga un costante spirito critico, attaccato come sono a Israele e alla mia identità ebraica e curioso del mondo e dei Paesi.

Cosa c’entra in tutto questo il tema del Bene e della Giustizia? Facendo da anni il cronista e viaggiando molto, ho conosciuto svariate persone e ascoltato diverse storie di bullismo, mobbing, conflitti sociali, etici e religiosi. Ho quindi cominciato la stesura del testo, composto da 8 racconti, parlando di bullismo, di crudeltà adolescenziale e giovanile, dell’impotenza e inefficienza dei docenti di molte scuole contro questi fenomeni diffusi. Ho inventato la trama de “La strana storia di Gigio C.”, che narra le vicende di Remigio, soprannominato “Gigio” da tre bulli della sua classe - di cui il più crudele è Cesare - per le sue orecchie a sventola e gli spessi occhiali che lo rendono simile al celebre Topo Gigio. Il classico “perdente” come si dice spesso, il “nerd” timido e imbranato che con i suoi due amichetti Antonio, soprannominato “Pata Tony” per il suo fisico cicciotello e tenero, e Tommaso, chiamato “Caccola al naso” per i perenni raffreddori, viene martirizzato e umiliato da Cesare e dai suoi amici. I bulli agiscono senza motivo, soltanto per il gusto di schiacciare i deboli e di prevalere, come nel Regno della Giungla, su quei poveri ragazzi. Il racconto si interroga su tanti punti, dai demeriti di un certo tipo di scuola, - arida, nozionistica e distaccata verso gli allievi - all’inutilità della violenza, alla vendetta e alle sue conseguenze. Una storia cupa e movimentata per riflettere sul valore del Bene attraverso il Male, come nel capolavoro “Arancia Meccanica” diretto dal geniale Stanley Kubrick, che fece molto scalpore nel 1971. Altra vicenda legata al tema della giustizia - mi chiamo infatti Tzaddik e mi sono laureato in Legge – è “Yes, we can’t”, un racconto sulla complessità e le ingiustizie di tanti ambienti di lavoro, che parla delle sofferenze del corriere Emilio, un classico “Yes man”, impiegato modello, che dice sempre di “sì” al tremendo capo Gianluca, che lo costringe a girare Torino e periferia per consegnare pacchi, precario e sottopagato. Vittima di mobbing, che è il bullismo adulto e lavorativo, il protagonista, un uomo grigio, introverso ma tenace, avrà una rivalsa con la bella moglie del suo superiore, Rossella, che si innamorerà di lui. Una commedia amara sullo sfruttamento lavorativo e sull’infedeltà coniugale e una riflessione sulle apparenze e sull’immagine che diamo agli altri, che, in quest’epoca superficiale e consumistica, è diventata la sostanza di una persona. 

Questi racconti, così come i primi e forse ancora di più, intendono sottolineare le difficoltà e le criticità di questa epoca e di questa società, indagando nelle pieghe oscure dei protagonisti e delle città, scavando nella negatività per arrivare alla positività. Sono sempre stato un ottimista riflessivo, in ribellione contro banalità e buonismo, con quel desiderio di omertà sui problemi che invece di risolverli, a volte li aggrava a dismisura tanto da renderli irreversibili. Affrontare la realtà aiuta a comprenderla, a migliorare noi stessi e gli altri, e i miei racconti intendono contribuire a questo, per quanto possibile. 

28 aprile 2016

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