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Giusti e testimoni di verità

seminario di formazione insegnanti - 7 e 14 novembre 2011

Gariwo, proseguendo nel suo lavoro di ricerca e approfondimento sul tema dei Giusti nei contesti totalitari, in data lunedì 7 e lunedì 14 novembre 2011, presso il Museo Martinitt e Stelline di Milano, ha organizzato il seminario per insegnanti “Giusti e testimoni di verità. Dinamiche emotive e processi di apprendimento”.

Il primo incontro si è aperto con una relazione di Rita Sidoli sulle ultime scoperte nel campo delle neuroscienze in relazione ai processi di apprendimento. Sono seguiti gli interventi di Salvatore Natoli sulle parole chiave che individuano la dialettica tra vittima, soccorritore e spettatore (solidarietà/indifferenza, accoglienza/esclusione, amico/nemico, menzogna/verità), e di Gabriele Nissim che ha declinato le parole chiave attraverso il racconto di alcune figure esemplari.

Nel secondo incontro, abbiamo affrontato i temi del negazionismo e della prevenzione dei genocidi. Stefano Levi Della Torre è intervenuto su Primo Levi, “testimone di verità” e indagatore delle dinamiche della “zona grigia”, e Marcello Flores ha parlato delle esperienze dei Tribunali Penali Internazionali e delle Commissioni di riconciliazione.
La seconda giornata si è conclusa con una tavola rotonda, aperta anche agli interventi del pubblico, dedicata all’azione didattica dell’insegnante e all'uso in classe dei materiali messi a disposizione da Gariwo.

Prima giornata - 7 novembre

Rita Sidoli, già professore di Pedagogia Speciale presso l'Università Cattolica, esperta nell'ambito delle patologie del linguaggio e dell'apprendimento
I neuroni specchio: un ponte fra narrazione ed empatia?

La recente scoperta dei neuroni specchio prospetta ricadute interessanti in ambito evolutivo ed educativo, in particolare per quanto è pertinente allo sviluppo del linguaggio, alla maturazione delle competenze sociali coinvolte nel riconoscimento dell’intenzionalità altrui, alla messa in atto di abilità cooperative nell’apprendimento e nei comportamenti prosociali.

Salvatore Natoli, filosofo, professore all'Università di Milano Bicocca
Il volto dell'altro: dinamiche degli affetti e obbligazione morale

Facendo tesoro della celebre definizione che Spinoza dà della mente, intesa come “l’idea del proprio corpo produttiva di bene”, definizione che elimina di fatto ogni separazione tra mente e corpo e lascia spazio alla differenza tra “stato e azione”, si può parlare se mai di come si attiva una potenza, come si mette in opera una struttura e, nel metterla in opera, come la si attiva, la si rende viva, efficiente e produttiva. E questo è già stato detto.

Gabriele Nissim, scrittore, presidente Comitato Foresta dei Giusti
Esempi morali nella storia del ‘900

La memoria di alcune storie esemplari dei giusti rappresenta una forma di educazione alla responsabilità personale, ma anche un modo per affrontare alcuni problemi etici che queste figure suggeriscono. Ho preso come punto di riferimento la riflessione di Hanna Arendt sul pensare e i lavori della Nusbaum sulle emozioni e la compassione e il concetto di bontà insensata e di speranza realista di Vasilij Grossman che ha affrontato il tema della possibilità di resistenza nei regimi totalitari.

Seconda giornata - 14 novembre

Stefano Levi Della Torre, saggista, professore al Politecnico di Milano
Primo Levi: la conoscenza del bene e del male

Tralasciamo il tema del negazionismo, non vale molto parlarne. I negazionisti sono personaggi strani, diceva qualcuno che è inutile convincere uno che pensa che la luna sia fatta di formaggio, dicendogli che la luna invece è un corpo celeste. Affrontiamo piuttosto l’argomento centrale su cui verte la Shoah, uno dei fenomeni storici più documentati nel nostro periodo. Una massa di documentazione e di testimonianze gigantesca rispetto ai tantissimi altri eventi che si danno per assodati.

Marcello Flores, storico, professore all'Università di Siena
Verità senza vendetta

Noi siamo abituati a pensare alla vendetta come a qualcosa da evitare. Nella storia dell’umanità, la vendetta ha svolto invece un ruolo fondamentale, in parte positivo. Anche se oggi pensiamo a come evitarla o a come superarla, dobbiamo riflettere sull’importanza che ha avuto, perché la vendetta è stata il momento di riequilibrio sociale: ridare un equilibrio a una società traumatizzata da qualcosa, questo vale anche nei rapporti individuali e valeva nei rapporti interpersonali.