Attraverso un viaggio in motocicletta che si snoda dalle sponde del Mar Nero alla Georgia, raggiungendo l’Armenia Sovietica, per poi ritornare in Anatolia, e terminare infine alle pendici del monte Ararat, l’autore dell’opera e la sua compagna (autrice delle istantanee pubblicate nel volume) ripercorrono i luoghi della Cristianità d’oriente, le “terre dimenticate” un tempo abitate dalla comunità armena.
Un viaggio nella memoria alle ricerca delle proprie radici ma soprattutto delle radici della cultura del popolo armeno, che da quei luoghi, in cui aveva vissuto per millenni, è stato deportato e condotto alla morte attraverso un preciso progetto di pulizia etnica, operato da parte del governo ottomano nel corso della Prima guerra mondiale.
Un viaggio per testimoniare come, a distanza di quasi un secolo, questa cultura e quest’identità millenaria non cessino di esistere, riuscendo a superare ogni volontà genocidaria, attraverso il percorso della memoria.