Per Mandel’stam il viaggio In Armenia, che durò diversi mesi del 1930, fu una discesa “negli stadi abissali del linguaggio”. Così in queste pagine di diario assistiamo al prodigio della continua germinazione delle immagini. L’Armenia, il “regno delle pietre urlanti”, diviene infatti il luogo di una primordiale fusione geologica fra il mondo cristiano-giudaico e quello ellenico, come tra due lingue della stessa poesia.