La storia di una vita ma anche la vita della comunità ebraica triestina travolta dalla Storia. La Storia che travolge il protagonista e Lucilla, la sua compagna, e che per noi diventa documento, occasione di riflessione, stimolo a interrogarsi su responsabilità che troppo spesso la memoria collettiva di questo Paese ha cercato di eludere.
Forse mai è stato spiegato meglio cosa volesse dire essere ebrei a Trieste nel prmo scorcio del Novecento ma anche come si viveva a Trieste negli anni del massimo consenso al regime fascista. Le persecuzioni dopo le leggi razziali, l'opportunismo cinico e crudele di tanti, il coraggio della solidarietà di pochi, il silenzio, l'indifferenza spaventosa di troppi. Sulla sua partecipazione alla Resistenza il protagonista dice forse poco rispetto a quanto potrebbe ma Ugo Samaja non pone mai in evidenza il proprio coraggio personale.
Come scrive Silvia Bon nella sua postfazione: "La lettura del passato cade dall'alto, da una distanza, da un "fuori" che tracciano un disegno, a volte malinconico, a volte disincantato ma sempre sincero, senza mediazioni, senza compromessi".