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Difendiamo i Giusti al Monte Stella

diamo valore al Giardino di Milano contro i no, di Gabriele Nissim

Le panche all'aperto-auditorium del Giardino dei Giusti, rendering progetto arch.Valabrega

Le panche all'aperto-auditorium del Giardino dei Giusti, rendering progetto arch.Valabrega

Il “Giardino dei Giusti di tutto il mondo” al Monte Stella di Milano è nato nel 2003 su proposta di Gariwo, con l’appoggio del Comune e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, con l’obiettivo di rappresentare i valori etici incarnati dai Giusti in cui l’intera città potesse riconoscersi. Il Monte Stella è un grande parco, nato sulle rovine di Milano, dalle macerie dei bombardamenti del ’44 ed è il simbolo della rinascita. Per questo ci è sembrato il luogo migliore in assoluto per costruire il Giardino dei Giusti, emblema della vita, dell’umanità che vince contro la morte, le persecuzioni, il male del mondo.

Inoltre è il parco preferito dagli sportivi che amano correre, rilassarsi, salire tra i suoi vialetti immersi nel verde. Un’oasi di tranquillità che riappacifica con un tessuto urbano frenetico.

Anch’io ci andavo a correre con gli amici all’ora di pranzo fin dagli anni ’80 e partecipavo alle gare amatoriali che venivano organizzate nel fine settimana. Avevamo dato un nome ai vari percorsi che si snodano lungo le sue volute, dedicati ai personaggi più noti dell’atletica del tempo, da Alberto Cova a Francesco Panetta, a Laura Fogli corrispondenti alle varie sessioni di allenamenti necessari per la maratona o i diecimila metri. Proprio questi ricordi mi hanno spinto a proporre la “Montagnetta” come il luogo più degno per ospitare il messaggio dei Giusti.

Negli anni il Giardino è diventato un punto di riferimento per i milanesi e per i giovani innanzitutto, che partecipano sempre più numerosi alle cerimonie per la dedica dei nuovi alberi in memoria di chi ha saputo opporsi alle persecuzioni e difendere i diritti umani nel mondo.

Dal 2012, con l’istituzione della Giornata Europea dei Giusti, il Monte Stella ha assunto una dimensione internazionale che fa di Milano la capitale morale per tutti coloro che credono nella forza del Bene.

Il progetto presentato dall’arch. Stefano Valabrega mira a consolidare questa identità attraverso una migliore definizione della struttura del Giardino per farne uno spazio in cui questa memoria vive e dialoga con forza con chi lo visita, mentre allo stato attuale si attraversa un luogo molto speciale senza quasi rendersene conto.

Lo scopo è delimitare l’aerea con interventi minimali e simbolici che non alterino la configurazione progettata dal’arch. Piero Bottoni, ma definiscano un’entrata e un’uscita, insieme a precise funzioni di fruibilità.

Il filo conduttore dell’intervento rispecchia lo spirito del Giardino, per evocare i concetti di dialogo e riconciliazione, in un percorso che prevede momenti intimi di raccoglimento e riflessione e altri di confronto e socialità.

Per fare questo l’arch. Valabrega ha immaginato un percorso con diverse tappe, disegnando un ingresso molto ampio ma ben definito e visibile, una serie di “totem” che si snodano lungo il viale principale con frasi che accompagnano il visitatore, diverse tappe in angoli simbolici che conducono al ritrovo finale, uno spiazzo circondato da panche per parlare e ascoltare. Non un semplice monumento, ma un luogo di incontro e di dialogo, di confronto sui nostri valori identitari.

I cultori della “Montagnetta” si sono preoccupati dell’equilibrio naturalistico e hanno espresso le loro riserve. Li abbiamo ascoltati e l’arch. Valabrega ha apportato le modifiche necessarie:

i portali d’ingresso, considerati troppo imponenti, sono stati abbassati, accorciati e alleggeriti con un disegno a griglia che lascia quasi tutto lo spazio aperto. In questo modo anche il materiale utilizzato, il corten, contestato perché estraneo ai materiali presenti nell’area, è stato ridotto al minimo. Gli altri materiali proposti, dal legno alle siepi, non rispondevano alle esigenze del progetto, o perché facilmente e velocemente deperibili come il legno, o perché inadeguati all’insieme dell’opera. Il corten è un materiale che non ha bisogno di trattamenti e ha una durata eterna. Il problema dei graffiti è stato risolto riducendo al minimo la superficie compatta, troppo poca per poter essere imbrattata. Il muretto basso che delimita una parte del confine a ridosso della scarpata potrebbe essere utilizzato, nella facciata esterna, per promuovere un concorso tra i ragazzi delle scuole d’arte per un murales con i colori del giardino che ne narri la storia e il significato. Anche in questo spazio si eviterebbe il problema dei writers.

Il muro centrale in pietra, che richiama i muretti di contenimento del Monte Stella, su cui verranno raccolti i nomi dei Giusti, è stato ridimensionato in altezza e spessore, con l’aggiunta inoltre di nuovi varchi che ne allargano la visione tra le due parti.

Lo spiazzo con le macerie, come luogo che evoca la traversata del male, è stato considerato inadeguato all’ambiente. L’abbiamo quindi lasciato vuoto per ospitare sculture di artisti di pregio che ricordino il valore del messaggio che si respira in questo luogo e che l’arte racconta meglio di ogni altra espressione. Ci è stato ricordato che l’arch. Bottoni aveva in mente di istallare delle sculture sulla “Montagnetta” e abbiamo accolto molto volentieri questo suggerimento.

- Il problema della sicurezza e del degrado era già stato affrontato con i settori competenti del Comune, che hanno imposto i vincoli a cui adeguarsi. Per questo sono previsti i punti luce a basso consumo (led) incastonati nella struttura nei suoi vari punti in modo che tutta l’area sia illuminata anche nelle ore notturne e non ci siano zone d’ombra. Questo sarebbe anche il primo intervento di questo genere, che aiuterebbe a combattere il degrado già presente nella zona del parco. Ciò comporterà una spesa ulteriore, che sarà comunque affrontata nell’interesse dell’opera e dell’ambiente che la circonda.

Alla luce di quanto sopraesposto, mi sento di dire in tutta franchezza che stiamo proponendo un’opera di grande pregio, all’altezza del contenuto che vogliamo trasmettere e della storia del parco, con un forte valore simbolico ben delineato, rispettoso dell’ambiente circostante e del valore della memoria che rappresenta. L’area su cui insiste l’intervento è molto piccola e non certo invasiva nell’insieme del Monte Stella. Il Comune, che fa parte insieme a Gariwo e all’UCEI dell’Associazione “Giardino dei Giusti di Milano” nata nel 2008 per gestire il Giardino e dare continuità al suo sviluppo, ha dato in concessione gratuita l’area alla stessa Associazione per consolidare questa gestione. Non ci sono speculazioni edilizie, lottizzazioni o altri “imbrogli” tra le pieghe del progetto. Nessuno ci vuole lucrare, anzi sarà necessario raccogliere i fondi per la sua realizzazione tra le persone di buona volontà che credono in questa proposta e nell’idea che l’ha animata: dare dignità, visibilità e importanza al messaggio dei Giusti.

Poi si sa, ognuno ha la sua opinione, il suo gusto personale, la sua visione del bello e dell’utile, e non è possibile assecondare le istanze di ognuno. Abbiamo cercato di prefigurare un’opera di grande equilibrio, dotata di un senso narrativo forte, espresso con semplicità e nitidezza architettonica. Quello che posso testimoniare è l’impegno, la limpidezza e la passione che ci ha animati. Ma una cosa è certa: il “Giardino dei Giusti di tutto il mondo” di Milano esprime qualcosa di speciale ed è patrimonio inalienabile della città, dell’Italia e dell’Europa intera, non è negoziabile nel suo valore, nella sua storia, nella sua identità, di cui fa parte anche il luogo in cui è nato e in cui rimarrà per sempre.

Chi annota con fastidio che questo Giardino rovinerebbe (anzi già rovina) la vista serena dei declivi del Monte Stella e propone di relegarlo in una zona marginale e degradata del parco o addirittura di trasferirlo in periferia o in campagna, palesa la propria indifferenza - quando non il disprezzo - verso il messaggio dei Giusti.

Impegniamoci insieme, piuttosto, perché diventi un punto di riferimento ancora più forte e significativo per la rinascita civile del nostro sistema di valori.

Firma l'appello per sostenere il progetto dell'arch. Valabrega di riqualificazione del Giardino dei Giusti di Milano al Monte Stella

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