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Inchinarsi al cospetto di persone normali

di Raimondo De Cardona

La targa con la frase di Gibran

La targa con la frase di Gibran

L'intervento del presidente di S.E. Ambasciatore Raimondo De Cardona in occasione dell'inaugurazione del Giardino dei Giusti di Tunisi

Ci sono momenti in cui l’ufficialità diplomatica e le attività istituzionali, inevitabilmente gravate dal peso delle forme e dall’attenzione per le apparenze, s’incrocia felicemente con la dimensione umana e con le vicende personali di individui dai tratti del tutto normali; individui i cui gesti scuotano gli animi e gettano una luce di speranza sulle nostre vite. La costituzione del Giardino dei Giusti è uno di questi momenti. Con il Giardino noi ci inchiniamo rispettosi e riconoscenti al cospetto di persone normali, sconosciute fino al momento in cui hanno compiuto i loro gesti meritori. È un piacere dedicare il nostro impegno a queste persone.

Il Giardino nasce da un’intuizione particolarmente felice dell’Associazione Gariwo e del suo Presidente Gabriele Nissim. Si basa sul concetto secondo cui, al di là delle sfumature di sensibilità e orientamenti in gruppi etnici, culturali, e religiosi diversi, esiste una dimensione del bene che accomuna tutti. Essa è retta da un sottile filo che sostiene sentimenti naturali ed incontrovertibili presenti nella dimensione umana. È un attaccamento al bene che alcuni individui, animati da nobili propositi, riescono a far valere a fronte di gravi ingiustizie ed in particolare laddove i diritti fondamentali, la dignità umana e la stessa sacralità della vita, vengono messe in discussione.

Il Giardino dei Giusti celebra quindi il bene come valore fondamentale. E coloro che lo hanno saputo riconoscere ed esaltare nei momenti di buio che pure l’umanità talvolta sperimenta.

Ospitare il Giardino qui in quest’Ambasciata è perciò per noi motivo di particolare soddisfazione. Così come siamo felici per la risonanza di quest’iniziativa, non solo qui in Tunisia, ma anche in Italia.

Realizzare un Giardino dei Giusti, qui, per la prima volta nella sponda Sud del Mediterraneo, in un Paese musulmano che ha abbracciato la sfida della democrazia ed in cui si è affermato lo stato di diritto a tutela degli individui, è un fatto significativo che desidero sottolineare. L’Europa guarda a questo Paese con ammirazione per i grandi progressi realizzati e l’esempio che continua a offrire alla regione.

Se il Giardino dei Giusti è, per sua natura, un progetto di carattere universale, va detto che qui in Tunisia esso si trova a casa; un luogo in cui il ricordo di tanti gesti eroici trova una sua collocazione fisiologica.

Il Giardino è un corpo vivente. Esso nasce oggi nel ricordo di cinque giusti. Altri alberi commemorativi seguiranno in avvenire. Per quanto la nostra epoca appaia prolifica di eventi tragici, non vi è dubbio che essa è anche accompagnata da rassicuranti dimostrazioni dell’attaccamento dell’animo umano al bene. Generosità e spirito di sacrificio sono il movente dei nostri giusti. Abbiamo perciò voluto includere nel Giardino una toccante frase di Khalil Gibran, “voi date ben poco quando date i vostri beni, è quando date voi stessi che date davvero”

Ringrazio sentitamente il Presidente Gabriele Nissim, e la Direttrice Ulianova Radice con la loro squadra di Gariwo ed il Premio Nobel Abdessattar Ben Moussa, Presidente della Lega Tunisina dei Diritti dell’Uomo, senza il cui contributo questo progetto non sarebbe stato realizzato.

Rivolgo anche un benvenuto caloroso a Lamberto Bertolé, Presidente del Consiglio Comunale di Milano, e alla Dott.ssa Cristina Miedico, curatrice del Museo Archeologico di Angera che ci hanno raggiunti per l’occasione e che attivamente partecipano a questa iniziativa.

Raimondo De Cardona, Ambasciatore d'Italia a Tunisi

Analisi di

15 luglio 2016

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