Gariwo
https://it.gariwo.net/magazine/editoriali/la-guardia-costiera-tra-i-giusti-2015-12518.html
Gariwo Magazine

La Guardia Costiera tra i «giusti» 2015

di Vittorio Emanuele Parsi

I sei nuovi Giusti del Monte Stella

I sei nuovi Giusti del Monte Stella

Pubblichiamo di seguito l'articolo di Vittorio Emanuele Parsi sulla Giornata Europea dei Giusti, comparso il 5 marzo sul Sole 24Ore.

Il 6 marzo è la “Giornata europea dei giusti”, promossa dal Parlamento europeo per rendere omaggio a tutti coloro che si sono prodigati, spesso a rischio della propria, per salvare le vite dei perseguitati per motivi razziali, religiosi o politici, per opporsi al totalitarismo e alla sua disumanizzazione, per testimoniare i tanti genocidi che prima e dopo l’olocausto degli ebrei d’Europa hanno macchiato la storia dell’umanità. Si tratta di una ricorrenza importante, frutto dello sforzo di una ong italiana (Ga.Ri.Wo. – Il Giardino dei Giusti) e del suo instancabile fondatore, Gabriele Nissim. Si deve proprio a Nissim l’universalizzazione del concetto di «giusto tra le nazioni». Cioè l’estensione del suo significato originario, così da farne un patrimonio per l’umanità, capace non solo di ricordare e onorare quanti salvarono la vita di un ebreo perseguitato nei cupi anni conclusi con la caduta del Terzo Reich, ma anche quanti – ieri, oggi e domani, ovunque – riaffermano “la forza del bene”, la capacità di far prevalere la loro e la nostra comune umanità nell’aiuto alle vite di altri esseri umani in pericolo.

Tutto ciò non significa minimamente sminuire il significato o la peculiarità dello sterminio perpetrato ad opera del nazismo nei confronti, principalmente, degli ebrei d’Europa. Come ha recentemente scritto Avraham Burg, l’ex presidente della Knesset (il Parlamento israeliano), ci sono due modi per ricordare la Shoah: attraverso quelli che dicono che Auschwitz non si deve più ripetere per noi, intendendo per noi soltanto gli ebrei, e attraverso quelli che invece sostengono che «ciò che è accaduto agli ebrei non deve più ripetersi per tutti gli esseri umani».

E questo è anche il solo modo grazie al quale è possibile che generazioni e popoli che con la Shoah non hanno avuto nulla a che fare possano non solo “ricordare” l’olocausto degli ebrei, ma interiorizzarne la tragica, tremenda lezione, il monito decisivo: “mai più”. Non esiste altra possibilità perché la memoria della Shoah e il suo ammaestramento possano continuare a essere fatti propri dalle generazioni future a mano a mano che i testimoni di quell’epoca di ferro e di sangue non saranno più in grado di raccontare quello che accadde.

Prima e dopo quello degli ebrei, altri tremendi genocidi hanno avuto luogo: da quello degli armeni – al quale lo stesso Hitler diceva di ispirarsi quando parlava di «armenizzare gli ebrei» negli anni Trenta – a quello del popolo cambogiano ad opera degli stessi Khmer rossi di Pol Pot, a quello dei tutsi in Ruanda, dei Musulmani di Bosnia degli yazidi, dei curdi, dei cristiani e degli sciiti in Siria ed Iraq… ma in ognuna di queste storie e in tanti altri crimini contro l’umanità che ancora vengono commessi troppo spesso sotto i nostri occhi è sempre possibile rintracciare decine di storie di uomini e donne che hanno seguito l’esempio di Oskar Schindler o di Giorgio Perlasca.

Quest’anno il riconoscimento di “giusto” verrà ufficialmente attribuito a uomini e donne dalle storie molto diverse, ma tutte accomunate dalla medesima passione per la vita e per l’umanità. Attraverso la piantumazione di un albero e la scopertura di un cippo nella “Foresta dei Giusti” di Monte Stella, a Milano, vengono onorati l’avvocatessa siriana Razan Zaitouneh (rapita dai jihadisti in Siria) e il suo connazionale attivista per i diritti umani ucciso dai soldati del regime Ghayath Mattar, Mehmet Gelal Bey, il sindaco ottomano di Aleppo che si oppose concretamente alle direttive del suo governo per lo sterminio degli armeni, gli uomini e le donne della Guardia Costiera che ogni giorno lottano silenziosamente per salvare decine di migliaia di profughi in fuga dal terrore e dalla violenza, Alganesh Fessah, giovane italo-eritrea che ha rischiato la vita per recuperare i naufraghi della tragedia che nel 2013 diede vita a Mare Nostrum, e Rocco Chinnici, il promotore del primo pool antimafia ammazzato a Palermo nel 1983.

Nei medesimi giorni, ad Assisi e Brescia, a Praga e Dusseldorf, a Sarajevo e Bruxelles ed in Israele, cerimonie analoghe e incontri e convegni contribuiranno a dare concreta visibilità al significato universale della straordinaria intuizione di Gabriele Nissim, contemporaneo “uomo giusto tra le Nazioni”, per tutti gli esseri umani.

Vittorio Emanuele Parsi

Analisi di Vittorio Emanuele Parsi, docente di Relazioni internazionali presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

5 marzo 2015

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!

Scopri tra gli Editoriali

carica altri contenuti