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Alimentare la curiosità verso il Giardino dei Giusti

intervista a Giorgio Mortara

Giorgio Mortara durante la cerimonia per la Giornata europea dei Giusti

Giorgio Mortara durante la cerimonia per la Giornata europea dei Giusti

Dal 2008 l'UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) è parte, insieme al Comune di Milano e a Gariwo, dell'Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano, che si occupa della gestione di tale spazio e delle celebrazioni annuali in memoria dei Giusti. Giorgio Mortara, consigliere UCEI, ci ha parlato dei punti di forza del progetto dell'arch. Valabrega e della necessità di fornire al Giardino elementi che lo identifichino meglio e alimentino la curiosità dei cittadini. 

Il Giardino dei Giusti è diventato negli anni un punto di riferimento per Milano e per l’Europa, sul suo esempio infatti sono nati e stanno nascendo altri giardini nel mondo. Quale pensa che sia il valore di questo luogo dedicato ai Giusti, che l’UCEI si è impegnata a costruire insieme a Gariwo?

Il valore del Giardino deriva essenzialmente dall’importanza della memoria, perché bisogna ricordare quello che è successo per evitare che si ripeta. Tuttavia bisogna anche riflettere su questi temi, per far capire ai giovani e a chi visita il Giardino che il male si può combattere, che c’è gente che a rischio della propria vita ha lottato per la difesa degli altri e per il rispetto della dignità umana. Occorre avvicinare i giovani a queste figure di resistenti, di combattenti, offrendoli come esempio per promuovere l’impegno civile e l’assunzione personale di responsabilità. Questi modelli di riferimento debbono essere insegnati, fatti conoscere perché scatti quel meccanismo di emulazione edificante indispensabile alla formazione della coscienza civile.
Creare il Giardino sul Monte Stella, il luogo nato grazie all’idea dell’architetto Bottoni per dimostrare che sulle macerie si può ricostruire la vita, aveva per noi un significato maggiore. Era infatti molto bello che ci fosse questo legame tra la piantumazione degli alberi e la ripresa della vita in un luogo che era espressione della distruzione. 
Questo è stato il motivo per cui nel 2003, insieme al Comune di Milano, abbiamo deciso di far nascere il Giardino proprio lì, sulla “Montagnetta”.

L’obiettivo del progetto dell’architetto Valabrega è quello di rafforzare l’identità del Giardino, inserendo strutture minime per valorizzarne la funzione come luogo di incontro e memoria. Sappiamo che ha sostenuto fin dall’inizio con entusiasmo questo progetto. Perché le è piaciuto? Quali sono i punti di forza che la hanno coinvolta?

Il Monte Stella è molto frequentato, ma le persone non vedono il Giardino dei Giusti, spesso non sanno nemmeno della sua esistenza. Ecco perché è nata questa idea di rivalutarlo, ristrutturarlo, senza modificare né la volumetria né le aree, ma semplicemente facendo in modo che possa essere identificato meglio. La gente passando deve domandarsi perché esistono questi nuovi elementi e “scoprire” il giardino, perché allo stato attuale se l’erba non viene tagliata i cippi non si vedono, e avere qualcosa di verticale che attira l’attenzione mi sembra molto importante.
Creare una zona di meditazione e riflessione con un piccolo anfiteatro che non si sviluppi in altezza, ma che sfrutti la zona a disposizione senza distruggere nulla e senza tagliare alberi, sembrava un valore aggiunto da dare all’area. Non si è voluto alterare la struttura, e quindi credo che renderlo usufruibile e comprensibile sia fondamentale, e che questo non si scontri né con la progettazione iniziale di Bottoni, né tantomeno con l’intenzione di ricordare i Giusti.
È bello vedere i cippi che ricordano Rocco Chinnici, la Guardia Costiera o Aleksandr Solženicyn, ma serve qualcosa in più che valorizzi il ricordo di queste persone e alimenti la curiosità e l’interesse della popolazione.

Sono state mosse delle critiche al progetto e alcuni suggerimenti sono stati recepiti per apportare delle modifiche giudicate migliorative, come la riduzione dei due muri di pietra e l’apertura di varchi che permettano di conservare la vista complessiva dell’area; un modo diverso di segnare l’entrata del Giardino, eliminando il recinto all’ingresso; la sostituzione dell’angolo dedicato al ricordo delle macerie con sculture artistiche e altro ancora. Cosa ne pensa?

L’Associazione ha presentato un progetto, rispondente alle necessità e alle prescrizioni del settore Verde del Comune di Milano. Quando si è trattato di venire incontro alle esigenze dei cittadini, tuttavia, abbiamo pensato di apportare dei cambiamenti, per modificarlo senza però snaturare i principi cardine del progetto stesso. Le ultime modifiche vanno proprio in questo senso.
Credo che mantenere l’area della meditazione, l’anfiteatro per un dialogo con i giovani e alcune steli sia importante, anche in vista dell’esaurirsi dello spazio per la piantumazione degli alberi. Strutture verticali, magari intermittenti, potranno servire per ospitare i nomi e le storie dei Giusti che noi, presenti a ogni cerimonia, ricordiamo e abbiamo “vissuto” in prima persona, ma che tra qualche anno chi si recherà al Giardino per la prima volta avrà bisogno di conoscere, per capire chi sono e cosa hanno fatto.

Una delle critiche mosse al progetto Valabrega riguarda la presunta contrapposizione allo spirito del Monte Stella, concepito come spazio di memoria e creato con le macerie della seconda Guerra Mondiale dall’architetto Bottoni. Eppure, il progetto di Valabrega intende proprio rafforzare il tema della memoria, attraverso il ricordo dei Giusti di tutto il mondo. Non crede che per il Monte Stella dovrebbe quindi essere un valore aggiunto e un punto d’orgoglio ospitare il Giardino dei Giusti potenziandone l’identità?

Il Giardino dei Giusti è parte della Montagnetta, per i motivi che ho già ricordato, e con questo progetto è addirittura un suo completamento. Molti milanesi hanno ben presente la storia del Monte Stella, ma altri non sanno com’è nato, non conoscono l’intendimento originario di farne un monumento sfruttando insieme la natura e i detriti. Inserire nella Montagnetta anche questo ricordo dei Giusti è senza dubbio un valore aggiunto.

Il Monte Stella è vasto più di 300.000 mq. Il Giardino ne occupa circa 7.000mq e l’intervento ne interessa meno di 1.000! Alla vigilia delle elezioni, l’impressione è che qualcuno abbia interesse a creare una bagarre sul giardino per cavalcare e strumentalizzare la polemica, facendo passare come un’opera architettonica di dimensioni faraoniche un semplice progetto di arredo urbano con interventi minimi su un’area minima del Monte Stella. Come valuta questa vicenda?

Ritengo che a volte occorra saper prendere delle decisioni. La ricerca continua del consenso unanime crea immobilismo. Se questo progetto non va contro delle norme precise e rappresenta un valore aggiunto va accettato e rispettato. Un Giardino dei Giusti da cui prendono vita nuovi Giardini in Europa e nel mondo è un punto di orgoglio per tutti noi; adesso però è necessario trovare un accordo per valorizzare questo luogo.  

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