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Per Khaled al-Asaad un albero contro la paura

il custode di Palmira ricordato al Giardino dei Giusti e al Piccolo Teatro

Gabriele Nissim alla cerimonia al Giardino dei Giusti

Gabriele Nissim alla cerimonia al Giardino dei Giusti

“Sono giorni difficili. Sono giorni in cui il mondo cerca le risposte all'orrore. Sono giorni in cui ci chiediamo sgomenti perché, ancora una volta, incrociamo l’odio e la paura. Sono giorni in cui ci vuole molto coraggio. Giorni in cui c’è bisogno di momenti come questo”.

Queste le parole del sindaco di Milano Giuliano Pisapia in apertura della cerimonia speciale di dedica di un albero del Giardino dei Giusti a Khaled al-Asaad, il “custode” di Palmira trucidato dall’Isis il 18 agosto scorso. L’iniziativa, organizzata da Gariwo per l’Associazione Giardino dei Giusti di Milano, è stata anche il momento in cui la città ha risposto all’orrore e alla paura degli attentati che hanno sconvolto Parigi la sera del 13 novembre.

Onorare Khaled al-Asaad al Giardino dei Giusti significa non soltanto riconoscere il suo coraggio e la sua fiducia nell’umanità, ma anche, come ha sottolineato il presidente di Gariwo Gabriele Nissim, “ricordarci degli uomini nel mondo arabo e musulmano che combattono l’Isis, perché soltanto con loro possiamo vincere la battaglia. I terroristi vorrebbero che ci dividessimo, che ci fosse uno scontro di culture e di religioni, che le nostre nazioni si trasformassero in una nuova Jugoslavia, una guerra di tutti contro tutti. Invece noi diciamo che arabi, ebrei, cristiani sono minacciati da un nemico comune che vuole distruggere i monumenti, eliminare gli uomini, stuprare le donne, uccidere gli ebrei, i cristiani e i migliori musulmani. C’è un nuovo nazismo alle porte e noi dobbiamo sconfiggerlo uniti, come siamo stati uniti nella Seconda guerra mondiale”.

E come nella Seconda guerra mondiale, il conflitto in Siria ha portato con sé la distruzione del patrimonio artistico e archeologico, come nel caso di Palmira, “luogo straordinario per il pregio dei suoi monumenti e per l’incanto dei suoi tramonti e delle sue albe”, come ha ricordato l’archeologo Paolo Matthiae. Lo scopritore di Ebla ha proseguito ribadendo che più volte l’umanità si è macchiata di colpe simili, dalla distruzione della reggia di Pietro il Grande in Russia a quella dell’intero centro monumentale di Dresda in Germania. “I monumenti - ha sottolineato Matthiae - non costituiscono solo la base dell’identità di un singolo popolo, bensì di tutta l’umanità, e di fronte a stermini del patrimonio culturale di questo genere viene a cadere la distinzione tra pietre e uomini, perché le pietre valgono gli uomini, e gli uomini valgono le pietre”.

Presente alla cerimonia anche il console generale di Francia Olivier Brochet, che aveva confermato subito la sua adesione all’iniziativa in onore di Khaled al-Asaad e, dopo i tragici eventi di Parigi, ha depositato davanti all’albero dedicato all’archeologo siriano - in memoria di tutte le vittime del terrorismo islamico, a Parigi come a Palmira, in Iraq, Egitto, Afghanistan, Libano, Tunisia, Mali, Nigeria e altre Paesi - una lista parziale delle vite spezzate il 13 novembre. Vittime che, come ha ricordato il console, “rappresentavano Parigi nella sua diversità, erano il simbolo della Francia aperta al mondo, la gioventù che ama la vita e vuole costruire un percorso di pace”.

Milano non dimentica e risponde alla paura. “Non dobbiamo cadere nella trappola mortale che i terroristi stanno tentando di far scattare, dobbiamo dobbiamo rifiutare qualsiasi forma di generalizzazione e usare lo strumento della cultura per educare i giovani, perché solo la cultura può prevenire l’illegalità e la barbarie”, ha ricordato Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Nei secoli passati - ha proseguito - quando la libertà è stata calpestata e violata, i primi ad essere colpiti sono stati gli ebrei, ma subito dopo tutti sono stati colpiti, e insieme agli ebrei il prezzo più alto è stato pagato dalle persone amanti della pace e della giustizia”.

La risposta ai “seminatori di morte”, come li ha definiti il presidente del Consiglio Comunale Basilio Rizzo, Milano ha risposto onorando un Giusto, Khaled al-Asaad, che voleva preservare il valore delle diverse culture che si sono susseguite nei millenni, e per questo è stato trucidato. In questo tragico momento il nostro impegno, ha ricordato Rizzo, deve essere quello di essere semplicemente umani, sempre e con tutti.

Durante la cerimonia è stato letto il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (disponibile, insieme al messaggio del Ministro dei beni e delle attività culturali Dario Franceschini e a quello del Segretario generale della Farnesina Michele Valensise, nel box approfondimenti), che ha sottolineato come il ricordo della figura esemplare di al-Asaad costituisca “un’ulteriore occasione per mobilitare le coscienze al confronto, all’integrazione e al rifiuto della violenza per corrispondere alle istanze di cooperazione e di pace tra i popoli, garantendo l’affermazione dei diritti dell’intera umanità”.

L’esempio morale di Khaled al-Asaad è stato poi al centro di un convegno internazionale al Piccolo Teatro di Via Rovello. Giuliano Pisapia, Gabriele Nissim e Paolo Matthiae hanno dialogato insieme al direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, all’archeologa Maria Teresa Grassi, alla storica Eva Cantarella e all’editorialista del Corriere della Sera Antonio Ferrari, in un momento di risposta unitaria della città alle violenze e al terrorismo. 

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