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Tomaso de Vergottini (1933 - 2008)

il salvatore degli "asilati" in Cile

Tomaso de Vergottini

Tomaso de Vergottini

Tomaso de Vergottini è stato un diplomatico italiano, conosciuto soprattutto per la sua attività umanitaria in America Latina.

Nasce a Parenzo, ora appartenente alla Croazia, in una famiglia appartenente alla vecchia nobiltà. A 10 anni deve abbandonare l’Istria a causa dell’uccisione del padre e si trasferisce in Friuli. Compie gli studi universitari prima a Udine e poi a Roma, dove si laurea in giurisprudenza nel 1957. Nel 1962 inizia la carriera diplomatica, che lo porta a girare tutto il mondo: nel 1964 è al consolato italiano di Innsbruck, due anni dopo si sposta a Norimberga e poi a Tel Aviv nel 1968. Nel 1973 decide di accettare la difficile missione diplomatica a Santiago del Cile, dove l’Italia si trovava senza ambasciatore a causa del rifiuto di riconoscere il nuovo governo militare Pinochet - salito al potere dopo il golpe dell'11 settembre 1973 che vide l’uccisione dell’ex presidente Salvador Allende. In Cile de Vergottini, nel Paese come incaricato d’affari, riesce a mandare avanti una vera e propria impresa umanitaria, accogliendo i rifugiati nell’edificio dell’ambasciata italiana e ottenendo dal Ministero degli Esteri del governo Pinochet migliaia di salvacondotti per mettere in salvo all’estero quelli che lui chiama “asilati”. Quest’attività, portata avanti con il prezioso aiuto della moglie Annasofia, lo rende estremamente popolare in madrepatria, e la sua abilità diplomatica lo rende gradito persino alla Giunta cilena, sebbene non siano pochi gli attacchi che deve sopportare da parte dei gradi più alti del potere. La sua esperienza nel salvataggio degli asilati cileni è raccontata nel libro autobiografico Cile: diario di un diplomatico (1973-1975) (Koiné, Roma, 2000).

Nel 1984, alla conclusione della sua missione in Cile, rimane in America Latina. Viene inviato a Montevideo, capitale dell’Uruguay, per poi terminare la propria carriera diplomatica a Santo Domingo, dove rimane dal 1992 al 1996. Per godersi gli anni di pensionamento decide di tornare a Montevideo, dove muore nel 2008, all’età di 74 anni.

Tra le onorificenze riconosciutegli per la sua attività diplomatica, la nomina a Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, la Gran Croce dell’Ordine di Bernardo O’Higgins (onorificenza cilena) e l’Ordine al merito di Duarte, Sanchez e Mella (onorificenza dominicana).

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