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Bogdan Borusewicz (1949)

coordinatore nazionale di Solidarnosc clandestina

Nasce a Lidzbark Warmiński, in Polonia, da una famiglia originaria di Vilnius. Nel 1968, ancora al liceo, scrive un volantino di sostegno agli studenti polacchi incarcerati dopo le manifestazioni del maggio e viene arrestato su delazione di un insegnante. L’anno successivo è nuovamente fermato per aver diffuso dei volantini, e condannato a 3 anni, ma esce dal carcere dopo un anno e mezzo a seguito dell’amnistia.

Studia all’Università Cattolica di Lublino, dove si laurea in Storia nel 1975. Insieme a Janusz Krupski, Piotr Jegliński e Marian Piłka diffonde le pubblicazioni del gruppo degli emigrati polacchi in Francia, “Kultura”, e organizza incontri per gli studenti a carattere storico e politico. Dopo la laurea torna a Danzica, dove si lega agli ambienti cattolici più attivi, soprattutto al Movimento della Giovane Polonia. Si fa promotore di numerose iniziative di solidarietà e sostegno materiale agli studenti e agli operai arrestati per motivi politici e nel 1976 entra nel “Comitato di Difesa degli Operai” (KOR). Dal 1977 è uno dei redattori della rivista clandestina “Robotnik” (Operaio), legata al KOR, occupandosi anche del trasporto di migliaia di copie del giornale da Varsavia al Litorale Baltico.

Nel 1978 entra nel sindacato clandestino del Litorale baltico. Ha dichiarato a questo proposito: “La nostra intenzione era costruire ambiti di società alternativi, come ci diceva sempre Jacek Kuroń”. Oltre a un’opera di difesa degli operai, il sindacato organizza lezioni clandestine sui diritti degli operai e sulla storia recente della Polonia. È uno degli organizzatori dello sciopero iniziato il 14 agosto 1980 ai Cantieri Navali “Lenin” di Danzica e tra gli autori dei 21 postulati degli scioperanti. Fa parte del Comitato di Presidenza di Solidarność. Il 13 dicembre 1981 riesce a sfuggire all’arresto e dalla clandestinità tiene in vita le strutture e l’azione di Solidarność.

Il 24 dicembre viene distribuito in 40.000 copie un volantino firmato da lui, che invita a mantenere viva l’eredità del sindacato. Insieme ad Aleksander Hall e a Bogdan Lis, anche loro sfuggiti alla cattura e in clandestinità, decide di continuare le pubblicazioni del Bollettino di Solidarność e di costruire una rete di distribuzione. A questo proposito dichiara: “Il nostro compito è solo quello di dare una forma a ciò che fanno o vogliono fare grandi settori della nostra società. Non dobbiamo imporre la nostra visione delle cose, ma contribuire ad articolare e coordinare ciò che emerge dalla società civile. La clandestinità non è fatta da pochi signori che firmano qualche appello. In generale non ha senso la divisione fra la “massa” e la “clandestinità”. Infatti, perché noi siamo qui? Perché lo vuole la nostra gente. Quando verrà meno la resistenza della nostra gente, anche noi smetteremo di fare quello che facciamo”.

Quando nel 1984 viene arrestato Bogdan Lis, Borusewicz prende il suo posto come coordinatore nazionale di Solidarność clandestina. L’8 gennaio 1986 è arrestato mentre si sta recando in una tipografia clandestina dove si stampa il “Bollettino di Solidarność”... Esce dal carcere in settembre grazie all’amnistia. Nel 1989 non partecipa ai lavori della Tavola Rotonda, a cui invece aderisce Lech Wałȩsa, ritenendo che i tempi non siano ancora maturi e che Solidarność non abbia ancora abbastanza potere negoziale. Dagli incontri nascerà l’accordo che permetterà di tenere le prime elezioni semilibere in Polonia il 4 giugno, primo passo verso la caduta del regime comunista.

Nel 1990 Borusewicz è eletto presidente di Solidarność della Regione di Danzica e membro della Commissione Nazionale. Dal 1991 al 1993 è deputato al Parlamento nelle fila di Solidarność. Dal 1993 al 2001 è eletto fra i deputati del partito “Unia Wolności” (Unione della Libertà). Eletto senatore nel 2005 (come candidato indipendente), nello stesso anno viene nominato Presidente del Senato.)

Giardini che onorano Bogdan Borusewicz

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