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Pugliano Vecchio, paese della Romagna

un intero villaggio nascose un gruppo di ebrei

Testimonianza scritta di Josef Konforti, tradotta dall'ebraico da Lea Benveniste Nissim - gennaio 1995

La testimonianza è composta da circa 100 pagine, in cui si raccontano le vicissitudini e le peregrinazioni di un gruppo di ebrei rifugiatisi in Italia dalla Jugoslavia e in fuga dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943, da Asolo fino a Bari, passando per Adria, Bellaria e Pugliano Vecchio. Alle iniziali 18 persone, tutti parenti, si aggiunsero altri familiari e alcuni profughi incontrati lungo il cammino, fino a raggiungere i 38 componenti. A Bellaria il gruppo fu ospitato presso un albergo ancora aperto, il "Savoia" di Ezio Giorgetti, con cui si istaurò un clima di collaborazione che si trasformò ben presto in solidarietà e con alcuni ospiti, tra i quali Josef Konforti e suo suocero Ziga Neumann, anche in amicizia. 

Nel 1964 Ezio Giorgetti ha ricevuto il titolo di "Giusto tra le Nazioni" a Gerusalemme dallo Yad Vashem per l'aiuto prestato a questo gruppo di ebrei e a Bellaria-Igea Marina gli è stata intitolata una piazza.
Oltre all'albergatore, ci furono altre due persone che fornirono il loro incondizionato sostegno: il maresciallo Osman Carugno, comandante della caserma dei Carabinieri di Bellaria, anch'egli insignito, nel 1985, del titolo di "Giusto tra le Nazioni", e il commerciante Giuseppe Rubino, originario di Barletta, ma proveniente da Milano e sfollato a Bellaria per sfuggire ai bombardamenti.
Nel 1944, quando la situazione a Bellaria divenne troppo pericolosa, il gruppo di ebrei jugoslavi si spostò nell'entroterra, sull'Appennino, dove risultava più facile nascondersi e trovò rifugio, prima in un albergo ancora in costruzione e poi presso i contadini di Pugliano Vecchio.
Ecco cosa dice a questo proposito la testimonianza di Josef Konforti:
"L'indomani mattina venne al nostro albergo Gabrielli. Questi era un abitante di Pugliano Vecchio. Non aveva nessun compito ufficiale, ma era considerato la persona più importante del paese. Aveva un piccolo caffè e una tabaccheria vicino a casa sua. I contadini passavano lì il loro tempo libero, e anche noi ci andavamo per parlare con i paesani. Avevamo la sensazione di essere uniti dallo stesso destino e così fraternizzammo. Gabrielli venne da noi non con una proposta, ma con una decisione. Sapevano che dovevamo lasciare l'albergo, che era difficile trovare alloggio per 35 persone, ma capivano anche che il problema maggiore era l'approvvigionamento, In qualsiasi posto fossimo andati, ci sarebbe stato il problema dei viveri. Se andavamo a San Leo, dovevamo lottare per ogni briciola di pane. Gli abitanti del paese avevano messo da parte carne, farina e conserve, mentre noi non avevamo niente e il cibo che potevamo avere con il razionamento non sarebbe bastato per vivere. E se la strada che conduceva a San Leo fosse stata chiusa, e la cosa poteva succedere. neanche quello che ricevevamo col razionamento sarebbe arrivato. Non potevamo andare a San Leo. Gli abitanti di Pugliano Vecchio liberarono ognuno a casa propria una stanza, la pulirono, la imbiancarono, e ci misero a disposizione lo stesso numero di camere che avevamo all'albergo. Una casa fu liberata completamente e ci sarebbe servita da cucina e da sala da pranzo… fecero una buca profonda al centro del paese, la coprirono con una specie di armadio con la porta, e lì potevamo fare i nostri bisogni. Quando si riempiva troppo, la vuotavano e adoperavano il contenuto per concimare la terra. Dividevano con noi tutto quello che avevano. C'era sempre latte, c'erano galline e quindi uova tutti i giorni, e in più c'era la fonte della polenta. Tutti avevano carne conservata nei solai. Ci saremmo divisi tutto, nel bene e nel male. La proposta ci commosse e ci sorprese molto… E così un giorno, con l'aiuto dei contadini e con i carri dei buoi, tutto l'"albergo" si trasferì a Pugliano Vecchio… Ognuno di noi trovò la propria stanza pulita e imbiancata… Ripeto: era puro sentimento umano".
Con l'avanzare del fronte di guerra e la ritirata dei tedeschi, anche Pugliano Vecchio venne occupato dalle truppe della Wehrmacht, finché il 21 settembre 1944, alle 3 di notte, i tedeschi lasciarono il paese. Così gli ebrei erano finalmente liberi e non correvano più pericoli.
Il gruppo decise di raggiungere Bari, dove si erano raccolti tutti i profughi provenienti dalla Jugoslavia. Da lì Josef Konforti raggiunse la Palestina e si stabilì definitivamente in Israele.

Il 25 aprile 2004, nel Parco Urbano di Bellaria-Igea Marina, sono state piantate due querce in onore di Ezio Giorgetti e di Osman Carugno, con una cerimonia promossa dall'amministrazione comunale nell'ambito delle commemorazioni per l'anniversario della Liberazione.

Segnalato da Josef Konforti

Giardini che onorano Pugliano Vecchio, paese della Romagna

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