La leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi ha dovuto attendere 21 anni prima di poter accettare formalmente il Premio Nobel per la pace. Si è presentata a Oslo pallida ed emozionata. avvolta da un abito tradizionale birmano viola, e ha ricordato: "Nel 1991 - quando le è stato assegnato l'importante riconoscimento "ho sentito la notizia alla radio, e mi è sembrata completamente irreale. Ma il premio ha contribuito a focalizzare l’attenzione del mondo sulla lotta per la democrazia e per i diritti umani che si svolgeva in Birmania... Mi ha fatto capire che non saremmo stati dimenticati".
Aung San Suu Kyi ha presentato la situazione della Birmania, che sta attraversando una delicata fase di transizione: nel 2011 si sono tenute le prime elezioni libere dopo 20 anni.
"Non bisogna però dimenticare che in Birmania rimangono ancora molti prigionieri politici", ha ricordato. "Il pericolo è che vengano dimenticati perché i più famosi sono stati rilasciati, e nessuno si preoccuperà più di quelli che rimangono, gli sconosciuti. Ogni prigioniero per reati di opinione è un prigioniero di troppo".