Gariwo
https://it.gariwo.net/giornata-dei-giusti/l-eredita-morale-di-vaclav-havel-8304.html
Gariwo

L'eredità morale di Václav Havel

Conferenza a Praga per la prima Giornata europea dei Giusti

La Banalità del Bene è il titolo della conferenza che si è tenuta a Praga il 6 marzo nell'ambito della prima Giornata europea dei Giusti. All'appuntamento, organizzato da Art For Public in collaborazione con Gariwo, sono intervenuti Miroslava Němcová, Presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Ceca, S.E. Yaakov Levy, Ambasciatore dello Stato d'Israele, S.E. Pasquale D'Avino, Ambasciatore della Repubblica Italiana, il filosofo Daniel Kroupa, l'economista Tomáš Sedláček, Marek Svoboda della ong ceca People in Need e il giornalista Jan Macháček.

Durante la conferenza, incentrata sull'eredità morale di Václav Havel e sullo stato di salute dei diritti civili in Europa, è stata lanciata una petizione per chiedere la creazione di un Giardino dei Giusti a Praga.

Di seguito pubblichiamo parte del resoconto del giornalista e scrittore Andreas Pieralli, moderatore dell'incontro.

Il testo completo è disponibile nel box approfondimenti

Il programma si è aperto con la Presidente della Camera dei Deputati della Repubblica Ceca la signora Miroslava Němcová che con il suo contributo ha ricordato al pubblico l'importanza del gesto di sir Nicholas Winton, il cittadino britannico che nel 1939 salvò 669 bambini, prevalentemente ebrei, dalla deportazione nei campi di concentramento. Miroslava Němcová ha avviato un programma di insegnamento che consente ai giovani di comprendere la sostanza dell'olocausto e le origini dell'odio. Secondo lei, l'esempio di Nicholas Winton "dovrebbe aiutarci ad affrontare la realtà nella quale anche oggi tante persone intorno a noi hanno bisogno di aiuto." La Němcová si è detta felice del fatto che il programma di insegnamento ha riscosso successo. I giovani sono interessati a questo tema perché hanno bisogno di sapere che cosa accadde in questa guerra e cosa possono fare loro stessi nel mondo di oggi. All'indirizzo del presente ambasciatore dello Stato di Israele S. E. Jaakov Levy la presidente ha espresso il proprio ringraziamento per il suo sostegno all'iniziativa di candidare sir Winton al Nobel della Pace.

Al discorso della presidente Němcová ha fatto riferimento S. E. Levy che ha presentato al pubblico il diploma originale di Giusto che nel 1967 è stato conferito al cittadino cecoslovacco Josef Říha e che da quel momento è rimasto dimenticato, insieme ad altro materiale, presso l'Ambasciata svedese che allora assunse l'incarico di seguire l'agenda diplomatica di Israele, dopo l'interruzione dei rapporti ufficiali da parte della Cecoslovacchia a seguito della Guerra dei 6 giorni. "Quest'anno il 9 aprile avrò l'onore e il dovere di confermarlo insieme alla signora Němcová, purtroppo con un ritardo di 46 anni" ha dichiarto S. E. Levy che ha sottolineato come "il gesto di Winton superi il tempo. Onorare la sua famiglia anche dopo così tanto tempo porta con sé lo stesso eterno messaggio: l'obbligo delle persone di comportarsi umanamente anche nei tempi peggiori."

Il discorso successivo è arrivato dall'Ambasciatore italiano a Praga S. E. Pasquale D'Avino che ha sottolineato che dobbiamo "lodare l'Unione Europea per essere sempre più consapevole di quello che è stato il nostro passato." Inoltre S. E. D'Avino ha divertito i presenti dicendo che oggi "le nostre vite sono sempre più lunghe, ma a volte a causa di ciò perdiamo la memoria del passato". L'Ambasciatore italiano ha ricordato il recente viaggio del Presidente del Senato italiano in Repubblica Ceca che ha visitato la fortezza di Terezín insieme ai membri del Senato ceco, e questo il 27.2. nel Giorno Internazionale della Memoria delle vittime dell'olocausto. Insieme alla Presidente Němcová poi S. E. D'Avino si è detto convinto dell'importanza dell'istruzione come mezzo per diffondere i pensieri positivi e lieto per il fatto che questo evento si sia tenuto proprio in campo accademico.

Daniel Kroupa all'inizio del proprio contributo ha ricordato il successo della conferenza dell'anno scorso e ha promesso pensieri altrettanto controversi. La banalità del male è stata presentata da Kroupa per mezzo delle parole di Hanna Arendt secondo la quale essa consisteva nel fatto che "le persone nei regimi totalitari, ovvero in concreto in quello nazista durante il Terzo Reich, vivevano le loro vite normali adempiendo ai propri obblighi normali e nell'adempimento di questi loro obblighi normali hanno preso parte ad eventi così terribili, come l'olocausto, non ammettendo a se stessi di aver contributo, semplicemente facendo il proprio dovere, ad un così orribile massacro." In questo senso il filosofo Kroupa ha lodato "l'idea di ribaltare questo concetto e di parlare della banalità del bene perché in realtà ciò riguarda un tema simile, ovvero quello di coloro che non hanno fatto niente che, a distanza di tempo, potremmo definire come qualcosa di anormale, ciononostante hanno fatto qualcosa che oggi possiamo definire come il bene." [...]

Delle questioni morali si è occupato anche il successivo relatore, il noto autore ed economista Tomáš Sedláček, che le ha affrontate dall'ottica delle teorie economiche. Sedláček propone di cercare una risposta alle impellenti domande derivanti dai problemi economici nelle questioni fondamentali della filosofia. "Il compito della filosfia non è quello di essere utile né proficua, in un certo senso il compito della filosfia è al contrario di non avere successo e di rendere problematica la semplicità del mondo così come esso ci appare.“ [...] Inutilmente, dunque, cercheremmo nella teoria economica una risposta definitiva alle domande sul senso e sui valori: "In che misura l'economia è giusta? Nessuno ha mai sostenuto che l'economia sarà giusta. Può essere giusta ma di per sé è né giusta né sbagliata, così come giuste non possono essere le automobili o quant'altro." In tempi di tecnocratizzazione del sistema politco ed economico il celebre e rispettato economista Sedláček ci ricorda che il compito di decidere che cosa sia e cosa non sia giusto non spetta ai mercati e alle equazioni aritmetiche ma a noi esseri umani.

Anche riconoscere l'importanza del rispetto dei diritti umani è una questione morale. Della situazione nel mondo e in Repubblica Ceca di questi diritti si è occupato Marek  Svoboda, direttore dell'organizzazione non governativa People in need. Il quadro presentato da Svoboda è allarmante ma non disperato: "Oggi i regimi totalitari, come quello che abbiamo avuto qui, nel mondo sono in minoranza assoluta, possiamo considerare tali la Corea del Nord, Cuba. Quello che al contrario può essere più difficile, se non peggiore, è l'ascesa di regimi autoritari non totalitari. Un esempio tipico di un regime del genere è la Russia dove esistono il parlamento, la legge, i tribunali e tutto sembra in ordine, ma in ordine non è, e in realtà non funziona."

Nella sua sostanza Václav Havel è stato un uomo che ha trattato in modo approfondito la questione morale della vita umana e della sua ricerca e si è sempre confrontato con essa, sia come drammaturgo, scrittore, dissidente, politico e presidente, addirittura anche come post-presidente. Della ricchezza e della molteplicità del suo agire ha parlato il giornalista e commentatore politico ed economico della rivista Respekt Jan Macháček, membro del consiglio di amministrazione della Václav Havel Library. Durante la conferenza ha offerto ai presenti una visione molto interessante e incisiva della personalità di Havel. "Possiamo considerare Václav Havel un Giusto anche in virtù del fatto che la sua personalità nascondeva in sé molteplici ruoli ed identità, cosa che è davvero inusuale" ha detto Macháček. "Oltre al suo ruolo di presidente, fu naturalmente soprattutto un drammaturgo, autore di opere teatrali, un intellettuale attivo nella vita pubblica. È stato un uomo che non aspettava solo le reazioni ma che si presentava anche con un pensiero. È tato uno dei più importanti organizzatori del dissenso degli anni settanta e ottanta. È stato un prigioniero politico, un'identità molto importante, è stato un cittadino, un ruolo che per lui non era trascurabile. È stato un buon saggista ed è riuscito anche a trovare il ruolo che in una società deve avere un ex capo di stato."
[...]
La conferenza si è chiusa con l'intervento del giornalista italo-ceco Andreas Pieralli: "nonostante grazie a Dio in Europa abbiamo goduto di quasi 70 anni di pace non dovremmo mai dimenticare che la guerra non arriva mai dal nulla, ma è sempre il risultato di un processo che vede alcuni elementi della società fomentare le tensioni sociali per i propri interessi. E quindi la sirena che oggi, come ogni primo mercoledì del mese, abbiamo sentito dovrebbe essere per noi un memento duraturo.“

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!

Contenuti correlati