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Sei donne al Giardino di Milano

approvate le figure da onorare per la Giornata europea dei Giusti

Il cippo pr la giornalista russa al Giardino del Monte Stella di Milano

Il cippo pr la giornalista russa al Giardino del Monte Stella di Milano

L’Associazione per il Giardino dei Giusti (composta da Gariwo, Comune e UCEI) ha scelto le figure che saranno onorate al Giardino del Monte Stella in occasione della prossima Giornata europea dei Giusti.
L’Associazione ha accolto le candidature proposte da Gariwo sul tema "La resistenza morale e civile delle donne per la propria dignità, patrimonio universale”.

“Anche quest’anno l’Associazione per il Giardino dei Giusti ha approvato la proposta di Gariwo - ha dichiarato Gabriele Nissim -. Ne siamo felici poiché il tema della resistenza morale e civile delle donne a difesa della propria dignità ci sta molto a cuore. La loro lotta, condotta in ogni parte del mondo, ci coinvolge tutti, perché si estende alla difesa dei diritti fondamentali di ogni essere umano. Per questo ci è sembrato importante fare coincidere le celebrazioni della prossima Giornata Europea dei Giusti dedicata a queste straordinarie figure femminili, con la data simbolica dell’8 marzo”.

In tutto il mondo, infatti, si va sempre più consolidando la consapevolezza del ruolo peculiare delle donne in ogni campo dello sviluppo dell’Umanità. Il contributo della specificità femminile, il suo valore aggiunto, nutrito di capacità inclusiva e di ascolto, di apertura al mondo e di cooperazione, di intreccio di rapporti e di solidarietà, di caparbietà e determinazione, di senso di giustizia e di pietà, non è più in discussione. 

Il passaggio al nuovo millennio ha visto affacciarsi sullo scenario internazionale le nuove sfide della globalizzazione, della crisi economica, dei Paesi emergenti, con lo scoppio di nuovi conflitti e l’acuirsi delle contraddizioni insolute, che penalizzano ancora una volta l’universo femminile prima di ogni altra condizione e mettono a rischio le conquiste tanto faticosamente ottenute. La reazione non si è fatta attendere: seppure a fatica, si va affermando una nuova volontà di uscire dall’isolamento e dall’anonimato, dalla subordinazione, dall’abbrutimento e dall’umiliazione, delle donne più consapevoli e coraggiose, avanguardie di un movimento trasversale, che non ha confini geografici, connotazioni nazionali, etniche, politiche o religiose; un moto di ribellione che ha molto a che fare con la difesa dei diritti umani fondamentali e per questo travalica quei confini, rifiutando ogni logica di appartenenza che in nome di una malintesa identità sacrifichi la dignità umana.

Dall’Africa all’Asia all’America Latina, troviamo giornaliste, studentesse, religiose, attiviste, militanti politiche, che arrivano a rischiare la vita per smascherare torturatori e assassini, per rivendicare uguaglianza e rispetto, per chiedere condizioni di vita e di lavoro dignitose, libertà e democrazia. Una battaglia che si allarga dalla condizione di genere alla difesa di ogni essere umano, che assume un valore simbolico universale e si configura come la regina di tutte le battaglie.

Per questo, in occasione della Giornata europea dei Giusti, al Giardino del Monte Stella saranno dedicati sei nuovi alberi ad Halima Bashir, giovane medico del Darfur, che ha avuto il coraggio di denunciare e testimoniare gli stupri delle milizie Janjaweed; Vian Dakhil, deputata irachena che ha rivolto un accorato appello per gli yazidi intrappolati nei Monti del Sinjar, accusando l’ISIS di genocidio; Sonita Alizadeh, rapper afghana di Herat, che si batte contro il dramma delle spose bambine; Flavia Agnes, avvocatessa indiana, coraggiosa attivista per i diritti delle donne di ogni ceto e religione, contro la violenza di genere e per una legislazione che le tuteli; Azucena Villaflor per le madri di Plaza de Mayo, che negli anni ’70 hanno osato sfidare la dittatura argentina, invocando verità e giustizia per i propri cari “desaparecidos”; Felicia Impastato, che ha sfidato la morte civile dell’isolamento e del disprezzo sociale, col rivendicare prima la propria estraneità all’ambiente delle cosche, e poi verità e giustizia per il figlio Peppino, ucciso dalla mafia nel 1978.  

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