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Il generale di Mussolini che salvò gli ebrei

una storia dimenticata

Maurizio Lazzaro De Castiglioni

Maurizio Lazzaro De Castiglioni

L’8 novembre 1942 le truppe angloamericane sbarcano in Marocco e immediatamente Hitler replica con la decisione di occupare anche quelle parti della Francia che erano state lasciate nelle mani del regime di Vichy. Le truppe dell’Asse giungono dunque nelle città centro-meridionali della Francia, rimaste «libere » a seguito degli accordi franco-italo-tedeschi del 1940. A partire dal 12 novembre 1942, i militari italiani della Divisione alpina « Pusteria », comandati dal gen. Maurizio Lazzaro De Castiglioni (Milano, 1888 – Roma, 1962), arrivano a Grenoble e assumono il controllo di gran parte del territorio del dipartimento dell’Isère, dove resteranno fino all’8 settembre 1943. Quei dieci mesi di dominio italiano a Grenoble vedono un singolare scambio di ruoli tra l’amministrazione francese di Vichy (che, invece di proteggere i connazionali di religione ebraica, cerca di catturarli per consegnarli ai tedeschi) e l’occupante italiano (il gen. Castiglioni profitta della sua posizione di forza per imporre ai rappresentanti locali di Vichy la sospensione delle retate contro gli ebrei francesi e stranieri).

Al Museo della Resistenza e della Deportazione di Grenoble sono esposte due lettere quanto mai significative. La prima è stata inviata da Castiglioni (al suo arrivo a Grenoble) al prefetto francese del’Isère, Raoul Didkowski, che aveva già cominciato la serie delle retate di ebrei da consegnare ai nazisti (persone poi inviate nella regione parigina e da qui verso i campi di sterminio). Castiglioni utilizza la propria posizione di forza per intimare al prefetto Didkowski di cessare la sua caccia agli ebrei e di « provvedere alla revoca degli arresti già effettuati ». Castiglioni precisa che la polizia di Vichy può ovviamente arrestare gli ebrei accusati di reati comuni, ma aggiunge a penna due righe per precisare « senza però che siano deportati fuori dalla zona di controllo italiana ». La seconda lettera esposta al Museo è stata inviata da un ebreo, rifugiatosi nella zona di controllo italiana, a un amico per esortarlo a raggiungerlo a Grenoble, dove l’atmosfera è secondo lui molto più respirabile per gli ebrei. In effetti i dieci mesi dell’occupazione italiana sono coincisi con un forte afflusso di ebrei francesi e stranieri verso l’Isère e soprattutto verso il suo capoluogo.

Tutto è ovviamenta cambiato l’8 settembre 1943, quando i tedeschi hanno attaccato la Pusteria a Grenoble, assumendone il controllo dopo scontri a fuoco costati la vita ad almeno quattro alpini di questa divisione. Una parte dei militari italiani sono stati catturati dai nazisti, ma molti di loro sono riusciti a fuggire allo scopo di rientrare in patria attraverso le Alpi. Nel corso di questo itinerario, alcuni sono entrati nella Resistenza francese. Dopo la guerra si è verificato un paradosso. Il prefetto Didkowski ha profittato del comportamento di Castiglioni per presentarsi lui stesso (malgrado la sua stretta collaborazione con i nazisti) come amico della Resistenza e protettore degli ebrei. Il ruolo di Castiglioni è stato per contro occultato dalla storiografia francese e sostanzialmente ignorato da quella italiana.

Alberto Toscano, giornalista e saggista

6 settembre 2016

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