Foto concesse dal Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto
Si temono tra le 700 e le 900 vittime, di cui circa 500 uomini, 200 donne e 50 bambini, dopo il naufragio di un barcone a 70 miglia dalle coste libiche (110 miglia a Sud di Lampedusa). Il peschereccio che li trasportava, tra 20 e 30 metri di lunghezza, ha iniziato la traversata a Zuara, in Libia; la richiesta d’aiuto, lanciata da uno spregiudicato scafista con un telefono satellitare, è stata accolta dal portacontainer portoghese King Jacob. La visione dei soccorsi ha spinto i migranti a spostarsi sul lato dell’imbarcazione di fortuna, nella speranza di attirare l’attenzione del mercantile: questa la causa del capovolgimento del peschereccio.
La nave Gregoretti della Guardia Costiera Italiana ha assunto il comando dell’azione di soccorso, a cui collaborano la Marina Militare italiana e maltese, oltre a mercantili e pescherecci di Mazara del Vallo (Trapani). Subito i sopravvissuti - 28 persone - sono stati portati al nuovo molo di Isla, a La Valletta (Malta), dove sono stati soccorsi dal personale dell’ospedale maltese Mater Dei e da alcuni operatori di Medici Senza Frontiere.
Una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri e degli Interni dell'Unione Europea è stata convocata lunedì 20 aprile alle ore 15, presso la sede del Consiglio a Lussemburgo, per discutere dell'emergenza del Mediterraneo. Tra gli altri, è prevista la partecipazione di Federica Mogherini, alto rappresentante per la politica estera dell'UE, del ministro degli esteri Paolo Gentiloni e del ministro dell'Interno Angelino Alfano.
Si tratta della più grande catastrofe del mare mai avvenuta, che porta il numero di morti nel 2015 a più di 1500. È l’ennesima “tragedia della speranza”, dopo il naufragio dell’ottobre 2013 in cui persero la vita almeno 366 migranti, a pochi metri dal porto di Lampedusa.