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"Sono figlio di un voto e di un pezzo di pane"

Ugo Caffaz racconta la storia della sua famiglia

Ugo Caffaz

Ugo Caffaz

Ugo Caffaz, Consigliere per le politiche della memoria della Regione Toscana, racconta la storia della sua famiglia, scappata dai rastrellamenti tedeschi e nascosta dai Parlanti, contadini di Chiesina Uzzanese.

"Era il novembre 1943. Mia madre stava cucinando, quando una vicina di casa suonò alla porta dicendo 'scappate, arrivano i tedeschi!'.
Mia mamma lasciò la padella sul fuoco, prese mio padre e mia sorella - che all’epoca aveva un anno e mezzo - e insieme raggiunsero alcuni parenti che erano già fuggiti a Chiesina Uzzanese, rifugiandosi presso una famiglia di contadini, i Parlanti, che abitava lungo quella che ora è l’autostrada e che li accolse senza pensare ai rischi che correvano quanti aiutavano gli ebrei.

Dai Parlanti era nascosta gran parte della famiglia di mia madre, 9 tra fratelli e sorelle più i vari figli. Avevano scavato sottoterra una specie di nascondiglio dove rifugiarsi quando c’erano i bombardamenti o le retate. Mia sorella, che allora aveva un anno e mezzo, ricorda ancora la terra che le cascava sulla testa.

Il ricordo più importante di questa vicenda mi è stato raccontato non da mio padre, ma da Rolando Parlanti, che allora aveva dieci anni. Un giorno, mentre stava tornando dal forno  con due pani sotto il braccio, vide lungo l’autostrada i tedeschi che avevano rastrellato dei giovani da portare via, tra cui mio padre - che ancora non era stato riconosciuto come ebreo ma come renitente alla leva.

In uno slancio di incoscienza e furbizia, Parlanti mise in mano un pane al tedesco che li sorvegliava e prese mio padre, salvandogli la vita. Scambiò quindi mio padre per quella ruota di pane, tant’è che, quando mi capita di raccontare questa storia, dico sempre che “sono figlio di un pezzo di pane”.

Ma non finisce qui. Non sono solo figlio di questo salvataggio, ma anche di un altro episodio. Mia madre aveva infatti fatto un voto, giurando che qualora tutta la sua famiglia si fosse salvata, avrebbe fatto un figlio, nonostante avesse quasi 40 anni. Quindi sono figlio di un pezzo di pane...e di un voto!

I miei genitori sono sempre stati vaghi nel parlarmi del passato, anche quando, da bambino, sono andato con loro a trovare la famiglia Parlanti. Quindici anni fa però, dopo la morte dei miei genitori, ho deciso di fare una ricerca - partendo dall’unica informazione di cui disponevo, il nome di Parlanti - per ritrovare l’uomo che aveva accolto la mia famiglia. Una mia amica mi ha aiutato nella ricerca e sono così riuscito a contattarlo, scoprendo che sia lui che la madre erano ancora vivi. È stato allora che mi ha raccontato la storia del salvataggio di mio padre, dicendomi “se avessimo saputo il rischio che correvamo a nascondervi non sarebbe cambiato nulla, avremmo fatto esattamente quello che abbiamo fatto”.

Ho tentato di farlo riconoscere Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem di Gerusalemme, ma purtroppo per ottenere questo titolo sono necessarie due testimonianze. Una l’ho avuta da Alfredo, il più piccolo dei miei cugini - che erano abbastanza grandi nel 1943 da ricordare tutto - ma suo fratello Bruno non ha voluto fare altrettanto, e quindi non sono riuscito a fare ottenere a Parlanti il titolo di Giusto... La mia richiesta resta chiusa nel fascicolo spedito allo Yad Vashem di Gerusalemme."

Martina Landi, Responsabile del coordinamento Gariwo

3 marzo 2014

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