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La piazza ucraina sempre più radicalizzata

le proteste pro-UE sui giornali stranieri

Il primo ministro Azarov si è dimesso, il Presidente Yanukovych ha annunciato un congedo "per una forte patologia respiratoria, con febbre alta". Il governo di Kyev, già sotto i riflettori per la detenzione di Yulya Tymoshenko, è in ritirata davanti alle proteste di piazza

Vediamo innanzitutto la cronologia del confronto violento tra i manifestanti pro-UE e il regime accusato di volere la sottomissione del Paese alla politica di Putin (fonte: BBC). 

21 novembre 2013: Kyev annuncia che non firmerà un accordo mirante a rafforzare i legami con l'Unione Europea

30 novembre: decine di arresti di manifestanti 
17 dicembre: la Russia acconsente ad acquistare 15 miliardi di obbligazioni ucraine e diminuire fortemente il prezzo del gas che vende all'Ucraina 

16 gennaio 2014: il Parlamento passa una legge che limita il diritto di manifestare 

22 gennaio: due dimostranti vengono uccisi da proiettili sparati dalla polizia durante gli scontri a Kyev. La protesta assume una portata nazionale 

25 gennaio: Yanukovych offre all'opposizione posti di rilievo, tra cui quello di premier, ma la proposta viene rifiutata
28 gennaio: Il Parlamento vota l'annullamento della legge contro le manifestazioni e Yanukovych accetta le dimissioni del governo 


29 gennaio: Il Parlamento approva un'amnistia per i manifestanti arrestati, a condizione che vengano evacuati gli edifici occupati. I dimostranti rigettano anche questa offerta. Parallelamente cominciano a emergere casi di sparizioni forzate e uccisioni di attivisti. Tra loro, il manifestante di Lviv Yuri Verbitsky, trovato morto con addosso segni di tortura alla periferia della sua città. La protesta ucraina ha ormai i suoi "martiri", scrive Le Monde

Violenze da ambo le parti

Bisogna ricordare che anche i manifestanti, delle due fazioni, filo-europea e filo-russa, fanno ricorso alla violenza. Sono state rovesciate e date alle fiamme camionette della polizia e feriti agenti. Gli arrestati sono oltre 300. 

Sicuramente i manifestanti erano infuriati per le leggi contro il diritto di protestare, ma il vero fattore scatenante dell'ira popolare è la percezione che venga negato agli ucraini il frutto di 28 anni di negoziati per diventare membri effettivi dell'UE. 

Il rifiuto di essere una colonia russa

Parte dell'Ucraina è inoltre legata storicamente alla Polonia, che è un po' una voce della coscienza dell'Europa per tante ragioni (radici della moderna democrazia costituzionale, lotta ai totalitarismi nazista e comunista, apporto delle religioni cattolica ed ebraica, storici legami diplomatici con Francia e Inghilterra e ora con gli USA, etc.). Va poi ricordato che in epoca staliniana, nonostante un relativo favore accordato a città ucraine come Odessa, il Paese ebbe a subire un vero e proprio "genocidio per fame", una carestia indotta dall'autocrate russo che nel 1932-'33 portò alla morte quasi 8 milioni di ucraini. 

 Uno sguardo all'opposizione 


Chi c'è quindi oggi sulla piazza Maydan, "dell'Indipendenza"? 


Secondo Le Monde, la scomposta energia dei primi giorni di protesta ha lasciato il posto a una composizione ben strutturata della piazza. Tre partiti politici si disputano la leadership dei manifestanti. Il partito Oudar, dell'ex pugile Vitali Klitschko, è quello che si è visto più spesso sulle barricate. Yanukovitch ha inflitto all'atleta un'umiliazione offrendogli un posto da "vice primo ministro addetto alle questioni umanitarie". 

Arseni Iatseniouk è l'altro interlocutore privilegiato delle forze al potere, legato a Yulya Timoshenko ma percepito come incapace di ottenerne liberazione. È criticato dalla folla anche per un maldestro discorso in cui ha affermato che non riconosceva più Yanukovych come Presidente ed era "pronto a prendersi le sue responsabilità", nello stupore generale. 

La piazza si organizza... e si radicalizza

C'è quindi la formazione ultranazionalista Svoboda, guidata da Oleg Tiagnibok, ormai quasi un moderato nell'attuale stato di radicalizzazione della piazza. Molti manifestanti l'hanno infatti abbandonato per andare sulle barricate con gruppi più estremisti, soprattutto la militarizzata Praviy Sektor (settore destra), e la patriottica Spilna Sprava, che si propone di occupare i palazzi pubblici, "ma senza usare la violenza". Queste forze hanno dovuto fare qualche passo indietro, pena la dichiarazione dello stato d'emergenza, un provvedimento più volte minacciato da Yanukovych, che tristemente ricorda la Polonia di Jaruzelski.

A questo quadro già molto complesso si aggiungono infine Auto Maydan, un gruppo di automobilisti che funge da servizio d'ordine dei manifestanti, che viene spesso preso di mira dalla polizia e filma tutte le azioni repressive a cui è soggetto. 


Movimenti inediti


Auto Maydan è un movimento particolarmente innovativo, perché a bordo delle vetture è stato possibile organizzare una vasta serie di attività di supporto ai dimostranti (alcune delle quali però illegali, come cercare di impedire alle camionette della polizia di posizionarsi in alcune vie). La risposta delle forze dell'ordine è stata violentissima. Il movimento è stato decapitato, per gli arresti e a volte le sparizioni forzate dei leader, come è accaduto a Dmytro Boulatov, portato via da sconosciuti e ritrovato vivo, ma con i segni delle torture, vicino al luogo dove era stato scoperto il cadavere di Yuri Verbitsky. 


Infine c'è Euro Maydan, un gruppo composto di esperti medici e legali. Ai bordi della piazza sono collocate delle cassette per le offerte dei normali cittadini. Su Piazza dell'Indipendenza è vietato consumare alcoolici. La vita quotidiana dei dimostranti è amministrata dall'imponente Casa dei Sindacati che domina la piazza. Il tutto è coordinato da Andriy Parubiy del partito Svoboda, che attribuisce a ognuno i suoi compiti.

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