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Le altre "Wittgens" che salvarono l'arte

dai saccheggi dei nazisti

Quest'anno, il 6 marzo, al Giardino dei Giusti pianteremo un albero in onore di Fernanda Wittgens, la direttrice di Brera che mise in salvo le opere d'arte dalle rapine del regime hitleriano. Questa sensibilità di alcune donne per il patrimonio culturale colpito dalla furia nazista ci era già noto dal celebre film Un The con Mussolini di Franco Zeffirelli. Ora il New York Times ricorda in un articolo che queste "monuments women" provenivano da tutta Europa e dagli USA e permisero il salvataggio di capolavori quali l'Altare di Ghent, la Madonna di Bruges di Michelangelo, L'Astronomo di Vermeer e molti altri.  
Vediamo alcune di queste "colleghe" della Wittgens, che in mezzo ai bombardamenti e alle persecuzioni più efferate, rischiando personalmente, salvarono quadri, sculture e, in qualche caso, anche le vite degli ebrei. Ardelia Ripley Hall era una piccola donna con i capelli bianchi che si era messa al seguito dei soldati americani in Europa per dirigere una commissione speciale dedicata al salvataggio del patrimonio artistico, formata da 30 persone. 

Un'altra donna appartenente al team, celebrato in questi giorni dal film The Monuments Men, con George Clooney e un cast di brillanti attori, era Rose Valland (Cate Blanchett nella pellicola). La partigiana francese spiava i nazisti e per questo rischiò più volte di essere fucilata. Poi c'era Edith A. Standen, capitano dell'esercito, che dopo la guerra ebbe una brillante carriera presso il Metropolitan Museum of Art. 

Infine, l'unica sopravvissuta delle Monuments Woman: si tratta di Anna Olivier Popham Bell, un'inglese del Sussex, che si occupava della logistica. Oggi 97 enne, era un'allieva di Virginia Woolf, e racconta che il compito era ancora più difficile perché, requisendo opere che erano finite, per esempio, in chiese, la squadra doveva scontrarsi con continue domande di preti e altre figure che pretendevano di "avere indietro" i beni che in realtà erano degli ebrei o di musei presi d'assalto dai soldati di Hitler. Inoltre si trattava di un'opera ardua di individuazione, messa in sicurezza di opere e interi luoghi ricchi di cultura, difesa di questi beni dalle invasioni e innumerevoli altri compiti molto complessi e rischiosi, spesso paralleli alla partecipazione alla Resistenza più tradizionale o allo sforzo bellico degli Alleati. 


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