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Don Eugenio Bussa (1904 - 1977)

fondò una Colonia di sfollamento nella quale nascose numerosi ebrei

Eugenio Cesare Bussa nasce il 3 settembre 1904 a Milano, nel popolare quartiere Isola. Frequenta l’oratorio del Patronato di S. Antonio, di cui diventa vicedirettore dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1928. Negli anni ‘30 fonda la Schola cantorum e costruisce la nuova chiesa, è segretario della Federazione Oratori Milanesi e nel ’37 diventa direttore dello stesso Patronato.
Nel febbraio ‘43 crea la colonia di sfollamento di Serina (Bg), superando le resistenze del prefetto grazie all’intervento di un alto prelato di Bergamo e dell’arcivescovo di Milano, il cardinale Schuster. Don Eugenio dà riparo a una trentina di bambini, figli poveri dell’Isola, dei dipendenti Pirelli e di conoscenti del Patronato, per poi allargare il gruppo ad altri piccoli, fino a raggiungere le ottanta presenze. Accoglie, all'insaputa di tutti, anche bambini ebrei, nascondendoli sotto falso nome e garantendo il rispetto della loro diversa fede religiosa. Nell’agosto ’43 il Patronato è colpito da una bomba che devasta l’edificio, ma il sacerdote, per evitare che i ragazzi suoi ospiti siano richiamati al fronte nelle file repubblichine, li nasconde nelle cantine e ne altera i documenti, dando rifugio anche a perseguitati politici. Nel novembre ’44, due mesi dopo la chiusura della Colonia di Serina da parte delle autorità fasciste che ne occupano il convento, la brigata Muti arresta Don Eugenio sospettando le sue attività, ma la reazione ferma di tutto il quartiere e le pressioni del cardinale Schuster ne determinano la liberazione, allontanando lo spettro della deportazione. Cinque mesi dopo Milano è liberata dalle brigate partigiane e anche il coraggioso prete dei poveri è salvo.
Don Eugenio continua la sua frenetica attività a favore dei ragazzi anche nel dopoguerra: costruisce due colonie montane e una marina, apre un pensionato nel 1961 e progetta un oratorio femminile, che tuttavia non riesce a ultimare. Muore infatti il 29 gennaio 1977, coerente con la convinzione che l’ha sorretto per tutta la vita: “che il mondo abbia più bisogno di uomini che facciano del bene che di saggi che stupiscano per la loro sapienza”.
Dopo lunghe ricerche, dovute alla riservatezza di Don Eugenio, che non ha mai parlato della propria attività, neppure dopo la Liberazione, i suoi collaboratori sono riusciti a rintracciare in Israele Alberto Fazio, uno dei bambini ebrei nascosti dal sacerdote, e a ricostruire così le vicende di aiuto e di salvataggio di cui fu protagonista. Il dossier inviato a Gerusalemme, all’istituto Yad Vashem, ha permesso di assegnare a Don Eugenio Bussa, il 28 marzo 1990, il titolo di “Giusto tra le Nazioni”.

Segnalato da Armando Forno, Fondazione Don Bussa. Candidatura proposta per il Monte Stella nel 2016

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