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La mafia uccide solo d'estate

di Pif (Pierfrancesco Diliberto) Italia 2013

Palermo, ottobre 1970, Vito Ciancimino è eletto sindaco; negli stessi giorni nasce Arturo, il protagonista del film La mafia uccide solo d'estate, scritto, diretto e interpretato da Pierfrancesco Diliberto, nome d’arte Pif, noto personaggio televisivo alla sua prima opera cinematografica. Un misto di commedia e dramma, che attraverso i commenti di un bambino racconta le vicende della città e i delitti commessi da Cosa Nostra, alternando momenti comici e tragici. La prima parola che Arturo impara a dire è "mafia", ma nella Palermo di allora la mafia ufficialmente non esiste, o è un argomento di cui non si deve parlare. “Ma la mafia ucciderà anche noi?” chiede il piccolo Arturo, spaventato dalle notizie del telegiornale. “Tranquillo, ora siamo in inverno. La mafia uccide solo d’estate” risponde il padre. 

Sullo schermo scorrono scene di vita familiare: il Natale, la cresima, il Carnevale, durante il quale Arturo si traveste da Giulio Andreotti (lo ha visto in tivù ed è convinto sia un eroe, un modello da imitare) e viene scambiato per il Gobbo di Notre Dame. Poi l’amore, non ricambiato, di Arturo per Flora, figlia di un potente banchiere. Arturo decide di fare il giornalista, ma trova lavoro solo come pianista e assistente del presentatore di una emittente privata palermitana. Ritrova Flora, assistente di Salvo Lima, potente esponente della DC, ed è assunto per seguirne, come inviato speciale, la campagna elettorale, ma litiga con Flora ed è licenziato. Nel gennaio 1992 la Cassazione conferma le condanne all’ergastolo emesse durante il maxi-processo ai boss di Cosa Nostra, che reagisce: prima viene eliminato Lima (non è riuscito a orientare la sentenza della Corte), poi con gli attentati di Capaci e via D’Amelio sono uccisi i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. I cittadini di Palermo, dopo anni di passività, partecipano in massa ai funerali che si trasformano in una grande manifestazione contro la mafia, Anche Arturo e Flora si uniscono alla protesta. I due giovani si riconciliano, si sposano e al figlio racconteranno le vicende di coloro che si sono sacrificati per combattere il crimine. Il film si chiude con una carrellata sui nomi delle vittime della mafia in venti anni.

di Viviana Vestrucci

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