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Una partita per il dialogo tra le religioni

l'iniziativa promossa da Papa Francesco

Lo sport è uno strumento molto forte per la pace e il dialogo interreligioso. Ne è convinto anche Papa Francesco, che ha fortemente voluto la Partita Interreligiosa per la Pace disputatasi lo scorso 1 settembre. Il pontefice è così riuscito ad unire nello stesso campo personaggi noti del mondo del calcio, che prendendo parte a questa iniziativa si sono fatti veicolo di un forte messaggio di tolleranza e di conciliazione.

La partita non è stata solo un match calcistico, ma è stata soprattutto una festa in nome della tolleranza. Dagli spalti, bandiere del Vaticano, ma anche di Iran, Argentina, Palestina e Italia, una accanto all’altra. Ad assistere alla partita, allo stadio Olimpico di Roma, un pubblico di giovani e di famiglie.

"Lo sport deve essere sempre più unito in questo mondo pieno di guerre e di violenze. - Ha dichiarato Maradona, presente all’iniziativa - Sport significa integrazione, io ho avuto compagni di squadra di tutte le fedi e culture e mi sono sempre trovato bene, amico con tutti”. A queste parole si è aggiunto il commento di Damiano Tommasi, presidente del sindacato calciatori. “Bellissima e utile questa iniziativa - ha sottolineato Tommasi - Non è vero che il calcio è solo spettacolo. Spesso ci si dimentica di quanto forte sia l'immagine che lo sport dà al mondo. Il papa ci invita a impegnarci per evitare le discriminazioni e le violenze di ogni tipo. Il calcio può riuscirci benissimo”.

Il momento scelto da Papa Francesco per questa partita non è certo casuale. Pochi giorni fa il pontefice aveva infatti denunciato la crudeltà inaudita dei conflitti attuali, arrivando addirittura ad affermare che “siamo nella terza guerra mondiale, ma a pezzi”, con le religioni che sempre più spesso sono alla base di nuove guerre e terribili violenze. Da qui la necessità di un forte richiamo per la pace. “Quello del Papa è stato un gesto forte - ha dichiarato Gianluigi Buffon, in campo per la Partita Interreligiosa per la Pace - specie in questo momento di violenza e di guerra nel mondo. Dalla partita di stasera viene una mano tesa alla pace, per l'integrazione e il rispetto dei popoli”.

Proprio per arginare questo uso estremista e violento delle religioni, l’ex presidente israeliano Shimon Peres ha incontrato in Vaticano Papa Francesco, proponendo al pontefice di assumere la guida di un nuovo organismo internazionale. “Preso atto che l’Onu ha fatto il suo tempo - ha poi dichiarato Peres in un colloquio con Famiglia Cristiana - quello che ci serve è un’Organizzazione delle Religioni Unite, un’Onu delle religioni. Sarebbe il modo migliore per contrastare questi terroristi che uccidono in nome della fede, perché la maggioranza delle persone non è come loro, pratica la propria religione senza uccidere nessuno, senza nemmeno pensarci”. Peres ha quindi aggiunto: “Penso che dovrebbe esserci anche una Carta delle Religioni Unite, esattamente come c’è la Carta dell’Onu. La nuova Carta servirebbe a stabilire a nome di tutte le fedi che sgozzare la gente, o compiere eccidi di massa non ha nulla a che vedere con la religione”.

5 settembre 2014

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