“Stava lì l’aguzzina delle SS capelli biondi e curati, il rossetto sulla bocca dura, l’uniforme impeccabile. Stava lì e pronunciò con sordita cattiveria: “ho letto sulla tua scheda che eri la puttana di un ebreo. È meglio che ti rassegni: d’ora in poi potrai fare la puttana per cani e porci”.
La voce narrante è quella dell’anziana Frau Kiesel che parla alla giovane Sveva, alla quale racconta la sua tragedia, e quella delle altre donne torturate e sottoposte ai viziosi abusi delle SS e dei prigionieri maschi, confessando un dramma lungamente taciuto: quello delle prigioniere dei lager nazisti selezionate per i bordelli costruiti all’interno degli stessi campi di concentramento, in base a una agghiacciante strategia per confinare l’omosessualità. Donne i cui corpi venivano esposti ai sadici abusi delle SS e dei prigionieri maschi per sesso tristissimo. Donne che alla fine della guerra, invece di denunciare, fecero di tutto per nascondere quel dramma inconfessabile seppellito dentro di sè. In questo nuovo capitolo della memoria storica , l’autrice, descrivendo il silenzio della vergogna, continua a dare testimonianza di ciò che è stato, perchè non si ripeta mai più e a rendere un coraggioso omaggio a tutte le donne che in tutti i tempi e in tutti i luoghi subiscono la violenza degli uomini, delle leggi, della Storia.