Secondo Maletta "Ciò che è accaduto in Polonia e Cecoslovacchia - e in misura minore in Ungheria, senza dimenticare l’esperienza fondamentale russo-sovietica - è qualcosa che non può venire compreso rimanendo all’interno delle categorie politiche standard nel mondo occidentale. E ciò dipende anche dalla peculiarità della tradizione culturale e filosofica europea centro-orientale; analizzata con acribia da Luigi Dappiano, Massimo Libardi e Fernando Orlandi. L’enfasi sull’intenzionalità, vale a dire sul fatto che il senso ha come luogo privilegiato l’auto-coscienza umana nel suo rapporto ineludibile con il mondo per come esso accade nell’esperienza vitale (Lebenserfahrung) , rappresenta forse la figura teorica che meglio caratterizza tale approccio. E da qui il rifiuto di ogni sistema sociale che si illuda di poter fare a meno della coscienza - nella duplice accezione di consapevolezza e coscienza morale. Inevitabile, in tale approccio, la difesa dell’individualità, considerata però non tanto nel suo aspetto 'atomistico' (caro a tanto pensiero politico occidentale) quanto nelle sue dinamiche costitutive di relazione intersoggettiva e solidale".
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