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István Bibó (1911 - 1979)

dissidente rivoluzione ungherese del 1956

Nasce a Budapest nel 1911 da una famiglia dell’intellighenzia intellettuale calvinista. Il padre era un alto funzionario statale, mentre la madre era figlia di un vescovo. Laureato in legge inizia anche lui a lavorare per l’amministrazione statale e contemporaneamente insegna scienze politiche all’Università di Cluj e Szeged.

Il 16 ottobre 1944, il giorno dopo la salita al potere dei fascisti ungheresi, viene arrestato per aver fornito documenti falsi a ebrei; è liberato dopo due giorni, ma dovrà nascondersi fino alla fine della guerra. Nel febbraio del 1945, su richiesta del Ministro degli Interni - e suo amico - Ferenc Erdely, si unisce al Governo Nazionale Provvisorio nato il 22 dicembre 1944, e riprende l’insegnamento universitario. 

Tra il 1945 e il 1947 scrive alcuni testi di analisi politica in cui si oppone alle tendenze dittatoriali del partito comunista, testi che poi saranno ritenuti fondamentali dal movimento dissidente e alla base del pensiero politico moderno ungherese. Nel saggio La questione ebraica ricorda la persecuzione degli ebrei perpetrata dai nazisti con la complicità del governo delle Croci Frecciate alleato di Hitler, e fa appello alla coscienza civile della nazione perché ammetta le proprie responsabilità con un atto di purificazione morale che le faccia ritrovare la dignità smarrita. Quando i comunisti arrivano al potere, perde il posto di insegnante all’Università e, per non essere costretto alla pensione, accetta di lavorare alla Biblioteca Universitaria.

È lì che gli giungono le notizie dello scoppio dell’insurrezione del 1956. Il 2 novembre entra nel governo di Imre Nagy. All’alba del 4 novembre, alla notizia dell’aggressione sovietica, si reca al Parlamento, dove trova solo pochi politici e il Primate Mindszenty. All’avvicinarsi dei soldati, il Primate e gli altri politici si ritirano cercando rifugio nelle ambasciate straniere, mentre Bibo decide di non lasciare l’edificio. È in quei giorni che scrive il testo del suo famoso Appello e del Progetto per una soluzione di compromesso della questione ungherese, che riesce a trasmettere all’esterno e che diverrà il manifesto politico della protesta e la piattaforma per una trattativa con il nuovo primo ministro filosovietico Kadar. Nei mesi seguenti subisce la repressione che attraversa tutto il Paese. 
Arrestato il 23 maggio 1957, il 2 agosto è condannato all’ergastolo per “attività di spionaggio al fine di rovesciare il governo democratico popolare dello Stato”. Esce dal carcere nel 1963 a seguito di un’amnistia.

Nel 1967 scrive una lettera a Jean Paul Sartre - recapitatagli in modo rocamobolesco attraverso amici comuni che la fanno uscire clandestinamente dall’Ungheria - chiedendogli di intervenire per la liberazione dei rivoluzionari ancora in carcere, nonostante l’amnistia. Non riceve alcuna risposta e annota con grande amarezza che gli intellettuali, in Occidente, sono sordi agli appelli in difesa dei diritti umani all’Est. Rinnova la richiesta con due lettere al primo ministro Kadar nel 1969 e 1970, anche’esse senza risposta. Uscito dal carcere rifiuta i compromessi con il potere, accettati invece dalla maggior parte degli intellettuali coinvolti nella rivoluzione del ’56 e per questo subisce l’ostracismo delle autorità, che vietano la pubblicazione dei suoi libri.

Il suo pensiero è invece ritenuto fondamentale da tutti i gruppi dell’opposizione, come testimonia il Libro in memoria di Bibo, in cui settanta intellettuali gli rendono omaggio un anno e mezzo dopo la morte, avvenuta a Budapest nel 1979. Pubblicata da una casa editrice clandestina, la raccolta segna l’inizio del samizdat ungherese, attraverso il quale verranno diffuse, negli anni seguenti, le opere del grande pensatore ungherese, rimasto pressoché sconosciuto in Occidente fino alla caduta del Muro.

Dal 14 marzo 2019 a István Bibó è dedicata una targa al Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano.

Giardini che onorano István Bibó

István Bibó è onorato nei Giardini di Campobasso - Liceo Scientifico A. Romita e Milano - Monte Stella.

Trovi un albero anche nel Giardino Virtuale Storie Gariwo.

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