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Sei uomini in fuga dal Gulag

nuovo film di Peter Weir

La locandina del film

La locandina del film

Uscirà nei prossimi mesi in Italia il film del regista australiano Peter Weir The Way back che racconta della drammatica fuga dal Gulag di un soldato polacco con sei compagni di prigionia, ispirata all'autobiografia di Slamowir Rawicz dal titolo Tra noi e la libertà.

Elena Molinari su Avvenire scrive: "Nel 1940, nella Polonia occupata dai russi, il protagonista, il soldato Janusz, viene infatti condannato per spionaggio sulla base di una confessione estorta alla moglie sotto tortura. La condanna è a 25 anni di campi di lavoro in Siberia, vicino al Circolo polare artico e appena vi arriva Janusz comincia a pensare di fuggire per poter ritrovare la moglie e perdonarla. Il ragazzo gravita quindi naturalmente verso altri cinque detenuti, cui l’accomuna la decisione primordiale di non morire nel campo. Del gulag il regista mostra in modo quasi documentaristico gli aspetti più proibitivi: i piedi piagati, le facce rotte dal freddo, la magrezza dei detenuti e la cinica brutalità delle guardie. Barlumi di umanità emergono qua e là in modo quasi impressionistico, come, ad esempio, nella meraviglia infantile di alcuni incalliti criminali che pagano uno di loro - alcuni pezzi di pane ­perché racconti quello che ricorda dell’Isola del tesoro di Stevenson.



Fra le attività meglio remunerate del campo c’è anche la produzione di disegni e la vendita di consigli di sopravvivenza. Una volta che il gruppo si è formato, la quotidiana marcia nella neve per tagliare la legna nella foresta comincia ad essere accompagnata dalla cauta elaborazione di un piano. Che è tanto elementare quanto disperatamente audace: i sei approfitteranno di una tormenta per fuggire. L’idea della crudeltà sovietica ritorna più tardi con un montaggio di immagini di occupazioni e imprigionamenti sovietici. Ma il tema politico recede sempre di più man mano che il gruppo si allontana dal gulag e comincia ad affrontare i suoi veri nemici: non le guardie del campo - che presto abbandonano la caccia - quanto il vento gelido, il ghiaccio, la notte e le tempeste della steppa siberiana. Il film è allora occupato interamente dal cammino per la sopravvivenza, che in un anno porta i protagonisti dalla Siberia alla Mongolia, poi attraverso la Grande muraglia cinese al deserto dei Gobi, quindi al Tibet e, finalmente, all’Himalaya che fa da porta d’ingresso all’India britannica e alla salvezza".

9 marzo 2011

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