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Votare non basta

la democrazia nei Paesi arabi

Rivoluzione o involuzione autoritaria? Intellettuali, politici e giornalisti dell'intero pianeta si interrogano sul futuro del Medio Oriente, che alterna successi nell'affermazione dei diritti come in Tunisia dove il Comitato rivoluzionario ha votato la parità tra i sessi nell'elettorato attivo e passivo per il voto nel dopo-Ben Ali, e gravi violenze integraliste come in Egitto.

La prossima incognita è la Siria, dove al-Assad ha promesso di revocare la legislazione speciale in vigore da 48 anni, ma lo scontento potrebbe non placarsi. I media di tutto il mondo, a partire da Israele intento a orientarsi nella nuova mappa del potere arabo, riportano analisi e commenti.

L'ex Ministro degli Esteri e attuale leader dell'opposizione in Israele Tzipi Livni in un'intervista al Foglio spiega che per le nascenti democrazie in Medio Oriente è necessario regolamentare in base a valori universali la partecipazione a elezioni democratiche: "Nella maggior parte del mondo libero, In Israele, in Europa, negli Stati Uniti e in diversi altri Paesi chi vuole partecipare alle elezioni deve adattarsi a certi precisi parametri di comportamento e accettare alcuni specifici valori [...]. Si tratta, in sostanza, di esigere che ogni partito che si presenta alle elezioni accolga una serie di principi democratici fondamentali: rinuncia alla violenza e accettazione del monopolio di Stato sull'uso della forza; perseguimento dei propri obiettivi attraverso mezzi pacifici, rispetto dello stato di diritto, uguaglianza di tutti di fronte alla legge e rispetto degli accordi internazionali a cui il proprio Paese è vincolato".

Secondo il corrispondente della BBC Jonathan Marcus "La direzione che sta prendendo il Medio Oriente è incerta: molto dell'ottimismo che ha accolto le sollevazioni in Tunisia ed Egitto è svanito. In questi Paesi potrebbero nascere nuove forme di potere autoritario così come nuove democrazie".

"La Storia si è rimessa in moto" spiega a Le Monde Wassyla Tamzali, intellettuale algerina a capo del Dipartimento Onu per i diritti delle donne. "A quarant'anni dalla liberazione dal colonialismo il Medio Oriente lotta per ottenere una vera libertà. Come diceva Primo Levi, se non ora quando?". Nello stesso giornale il medico e politico tunisino Moncef Marzouki invita a "guardare al Medio Oriente in maniera nuova". abbandonando l'idea che nei popoli arabi sia innata la subordinazione al dispotismo. 

(Foto di Dreamwhile)  

20 aprile 2011

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