Gariwo
https://it.gariwo.net/magazine/shoah-e-nazismo/dov-era-dio-ad-auschwitz-2975.html
Gariwo Magazine

Dov'era Dio ad Auschwitz?

Arrigo Levi riflette sulla "Bontà insensata"

Il Consulente personale del Presidente della Repubblica, giornalista e scrittore ha presentato il volume di Gabriele Nissim La Bontà insensata. Il segreto degli uomini giusti (Ed. Mondadori) alla Basilica di S. Bartolomeo all'Isola di Roma.

Le pagine del volume sono state uno spunto per un'ampia riflessione sul senso della storia. Levi si interroga: "'Come spiegare il silenzio di Dio ad Auschwitz?'. La risposta classica, che Dio sa quello che fa, anche se noi non possiamo comprendere le sue ragioni, e che anche i mali hanno una qualche giustificazione storica, in verità non è molto convincente. Che ci fosse bisogno di lasciar ammazzare sei milioni di ebrei, compresi vecchi donne e bambini, per salvare il mondo, non è molto logico. Perché proprio noi? La risposta non solo mia ma anche di Giovanni Paolo II, è che Dio, dal momento che ha concesso all’uomo il libero arbitrio, si è 'in qualche modo', dice il Papa, privato dell’onnipotenza. Dio ad Auschwitz non è intervenuto perché non era in suo potere farlo. Scrive Nissim: 'Con l’atto della creazione ha svolto il suo compito e concedendo la libertà al mondo ha donato agli uomini la vita e la responsabilità del creato'.

Questa è la difficile risposta di chi crede in Dio creatore e sempre presente. Per un laico che non crede in Dio ma solo nella storia dell’idea di Dio, come me, c’è poi la constatazione che tutto questo è già detto anche nella Bibbia, nell’Antico Testamento Deuteronomio 30, laddove Dio dice agli uomini: 'Io ho messo nella tua anima la coscienza del bene e del male, nel tuo cuore e non al di là dei cieli o al di là dei mari perché tu la conosca e possa scegliere: scegli dunque il bene e la vita e non la morte e il male'.

Ha ragione Giovanni Paolo II: Dio, il Dio degli Ebrei, e dei cristiani, non pretende di essere onnipotente, ma solo un Maestro. Chi rimane un credente ha il conforto, che certo non voglio negargli, di continuare comunque, come suprema consolazione, a credere in Dio, nonostante il male subito (“perché le cose debbono sempre andar bene agli empi, e male ai giusti?”, si chiede Isaia, e si risponde: “se tu non sai stare al passo dei muli, come pensi di poter correre coi cavalli?”: insomma, non venire a piangere con me, sei tu che devi farcela.). Le citazioni sono a memoria. Per me (Deuteronomio 30) dice una delle verità supreme della Torah, insieme ai dieci comandamenti, e all’ordine, che è un ordine nel nome di Dio e non un invito: amare il prossimo tuo come te stesso, e amare anche lo straniero che vive in mezzo a voi come te stesso".


(Foto di Ryarwood)

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!

Contenuti correlati