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Come parlare dei Giusti ai giovani?

ce lo raccontano un'insegnante e un'educatrice

Le storie dei Giusti sono un prezioso strumento per i docenti, aiutano i giovani a sviluppare un pensiero critico autonomo. Ma come parlare di Giusti ai ragazzi? Qualche indicazione ci arriva da due persone che quotidianamente si confrontano con i giovani e che hanno voluto condividere le loro esperienze con un contributo a YouFor, la sezione didattica di Gariwo. 






Volare alto


Per che cosa vale la pena vivere? Questa è una domanda che attraversa l'intera esistenza di un essere umano. Questo interrogativo è anche il cuore di un percorso didattico sul tema del "volare alto" proposto a un gruppo di preadolescenti milanesi. La discussione si apre con la visione del film Top Gun, che consente, secondo l'educatrice Marya Procchi, di trattare temi quali l’amicizia, la morte, l’amore, il rapporto con il nemico, la responsabilità delle proprie azioni".


Successivamente sono stati proposti ai ragazzi "incontri con testimoni (viventi e non)" che hanno riflettuto su queste tematiche. Marya Procchi scrive: "Senza dubbio l’età della pre-adolescenza non si avvale ancora di strutture di ragionamento capaci di astrarre leggi generali dalle varie situazioni per orientare le scelte di vita, tuttavia la sensazione che i ragazzi ci trasmettevano era di una forte impermeabilità agli argomenti trattati, benché 'vicini' alla loro esperienza".


"Ecco perché presentare le figure dei Giusti, non come "santi appiattiti" nella storia, ma persone vive nel tempo può essere un dono per le nuove generazioni. Solo quando presentiamo personalità forti, interpelliamo con domande scomode, agiamo in modo contrario alla corrente che vorrebbe rendere i ragazzi estranei a pensieri e riflessioni, possiamo avere una speranza che qualcuno raccoglierà il testimone e saprà come agire da giusto quando la vita gli presenterà le occasioni". 
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I Giusti e i bambini a scuola


Un'insegnante delle elementari, Emanuela Bellotti, racconta: "Generalmente nelle classe quinte delle elementare si propongono agli alunni alcuni spunti di riflessione sulla Shoah, sul significato della Giornata della Memoria, sull’antisemitismo, o si leggono dei libri adatti. Lo si fa sempre con un certo pudore ed imbarazzo. Due esperienze hanno fatto maturare in me la consapevolezza che parlare ai bambini in termini chiari e reali sia possibile. Da un lato la realizzazione di un percorso-gioco per il sito di WeFor e dall’altro l’animazione alla lettura che ho promosso in alcune scuole elementari, utilizzando un libro di Lia Levi. 


Dalla risposta avuta e concretamente visualizzata dai bambini che avevo davanti e dai lavori rielaborati poi in classe dalle singole insegnanti, ho avuto la conferma che anche alla Scuola Primaria si può presentare un periodo tanto brutto della nostra storia ed aprire riflessioni in positivo. Quindi ancor più, proporre agli alunni figure di riferimento coraggiose, umili e reali quanto quelle dei Giusti, possa essere da loro apprezzato perché imitabili e riconosciuti."


Se la “creazione di un polo di attrazione alternativo”, se “l’esempio edificante e il coraggio civile dei Giusti che scuote le coscienze” possono essere credibili deterrenti alle teorie genocidiarie, perché non possono anche aiutare i nostri bambini ad essere cittadini ed uomini migliori? Questo è ciò che mi convince a presentare la figura del “Giusto delle Nazioni” ai ragazzi, il suo alto valore positivo, la sua concreta rappresentatività, la sua spendibilità anche nei fatti d’oggi". 
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13 dicembre 2011

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