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Un altro giornalista ucciso in Russia

denunciava la corruzione

Il fondatore di un giornale che si occupava di corruzione Gazhimurat Kamalov è stato freddato poco dopo la mezzanotte di giovedì mentre lasciava il suo ufficio a Makhachkala, la capitale del Dagestan. Per la polizia contro di lui i sicari hanno esploso otto colpi e lui è morto sull'ambulanza che lo portava in ospedale. 

L'associazione newyorchese Committee to Protect Journalists ha condannato le "continue persecuzioni" dei giornalisti investigativi che si occupavano della corruzione delle autorità nella provincia russa dov'è avvenuto l'omicidio. La rappresentante russa del gruppo, Nina Ognianova, ha affermato che "la perdita di Kamalov è gravissima per il giornalismo indipendente nel Caucaso del Nord". 


Nelle zone periferiche della Russia fare i giornalisti è ancora più pericoloso che a Mosca, perché i responsabili degli attacchi a questi professionisti raramente vengono puniti. Il Dagestan in particolare è ad alto rischio di violenze per via di un conflitto tra governo e forze islamiste legate alla vicina Cecenia. 


In tutta la Federazione russa dal 2000 a oggi ci sono stati 19 omicidi irrisolti di giornalisti, compreso quello di Anna Politkovskaya, per la quale esiste un albero nel Giardino dei Giusti di Milano. La Russia è all'ottavo posto nella classifica mondiale dei posti dove vige l'impunità per chi uccide reporter.    

16 dicembre 2011

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