Le stragi del Guatemala sono al vaglio della magistratura del Paese. L'estate scorsa erano stati arrestati l'ex Presidente Efraìn Rios Montt e alcuni suoi sottoposti, che negli anni 1982-'83 ordinarono il massacro di uomini, donne e bambini di numerosi villaggi degli altipiani Maya, ufficialmente per stroncare piccole bande di estremisti di sinistra.
Oggi un giudice ha ordinato a Rios Montt di comparire in giudizio per genocidio e crimini contro l'umanità. Il generale ha dichiarato tramite gli avvocati che è "sicuro di non avere responsabilità in quanto sempre rimasto fuori dai campi di battaglia", ma i dossier delle associazioni umanitarie che hanno assistito le vittime in decenni affermano che le carte provano l'esistenza di un'articolata catena del comando che arrivava ai massimi livelli.
Una Commissione per la verità sostenuta dall'ONU ha accertato che nella guerra civile guatemalteca sono morte o sparite 200.000 persone, e che le forze governative hanno commesso 626 stragi nei villaggi degli indigeni in oltre 36 anni. Nei diciassette mesi del governo Rios Montt la violenza rasentò e, nel caso della strage di El Quiche, coincise con la definizione legale di "genocidio".