L'artista e dissidente cinese Ai Weiwei aveva ironizzato sullo stato di sorveglianza a cui è sottoposto dalle forze di polizia accedendo quattro webcam collegate a un sito web e dichiarando: "Nella mia vita, c'è così tanta sorveglianza e controllo. il mio telefono, il mio computer...il nostro ufficio è stato perquisito, io sono stato perquisito, ogni giorno vengo pedinato, ci sono telecamere di sorveglianza davanti a casa mia."
"Allora mi sono chiesto, perché non mettere qualche telecamera anche dentro casa, così la gente può vedere tutte le mie attività. Posso fare questo nella speranza che l'altra parte (le autorità, ndr) possa mostrare anche lei un po di trasparenza".
Il governo non ha sorriso alla sua trovata, anzi. Poche ore dopo l'artista ha scritto su Twitter: "Telecamere spente. Ciao a tutti i guardoni".