Zigi Shipper, 82 anni, è un uomo attivo e vivace che ama molto il calcio. Cittadino britannico, è originario della città polacca di Lodz, dove da piccolo nel ghetto non perdeva un'occasione di correre dietro al pallone. Quando è stato rinchiuso ad Auschwitz non ha potuto più farlo.
Per questo ora cerca di educare i giovani alla memoria dell'Olocausto anche quando si tratta dei tifosi che cantano cori razzisti o, com'è successo a Poznań, fanno di peggio: tirano banane al calciatore nero italiano Mario Balotelli, che è anche nel mirino di organizzazioni razziste come quella che sta dietro al sito Stormfront.
La nazionale inglese affronta il razzismo e l'antisemitismo
Su iniziativa della English Football Association e dell'Holocaust Education Board, Zigi è tornato nella natia Polonia insieme con Ben Helfgott, un sopravvissuto di Buchenwald e Terezin che dopo la guerra ha rappresentato l'Inghilterra alle Olimpiadi in qualità di lanciatore di pesi.
Ben e Zigi hanno parlato alla squadra di calcio britannica, convinti che i giovani, attraverso gli idoli dello sport, possano trarre modelli positivi ed evitare di ripetere le discriminazioni che hanno colpito loro in gioventù. Hanno preparato i giocatori alla visita ad Auschwitz prevista per quando il team si trovava a Cracovia. Gli atleti li hanno ascoltati in silenzio e con molta commozione.
I campionati europei di calcio acquistano così un nuovo significato: i Paesi ospitanti non sono più solamente mete turistiche, ma vengono analizzati criticamente dal punto di vista civile e democratico. La Polonia per esempio è vista da Zigi Shipper come un Paese ancora afflitto dall'odio antisemita, sia pure oggi affievolito rispetto ai pregiudizi contro i russi.
Il rispetto delle regole contro ogni discriminazione
"Ai polacchi è stato insegnato per centinaia di anni che gli ebrei avrebbero ucciso Cristo e sono da condannare", spiega il sopravvissuto, che non risparmia dure parole all'indirizzo della UEFA: "Sono degli ipocriti, cercano di ignorare ciò che accade e non compiono la minima azione", afferma indignato a proposito delle violenze degli ultrà. "La UEFA avrebbe dovuto sapere che in Polonia e Ucraina ci sarebbero stati questi problemi. Perché scegliere proprio di disputare lì gli europei?".
D'altra parte è pronto a riconoscere che Polonia e Ucraina in quanto membri UEFA hanno diritto di ospitare le squadre. E al calciatore che gli chiede se sia giusto uscire dal campo quando un collega viene colpito da insulti razzisti, Zigi risponde: "No, perché così facendo darebbe un premio agli antisemiti, ai razzisti. Non tutti gli spettatori lo sono".