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Salviamo Lal Bibi dal suicidio

firmiamo la petizione di Avaaz

Lal Bibi è una diciottenne afghana. È stata violentata e torturata da un gruppo di poliziotti e la tradizione impone che si suicidi per salvare l'onore della famiglia. La ragazza sta lottando coraggiosamente per aver salva la vita. Per questo serve che i veri colpevoli siano consegnati alla giustizia. 


Se ne sta occupando l'associazione Avaaz.org, che ha già sostenuto la lotta di Sakineh Mohammadi Ashtiani contro la lapidazione e numerose altre battaglie a favore di donne minacciate dall'impunità delle forze di polizia e dalla furia fondamentalista. 

Per salvare Lal occorre che la popolazione afghana riconosca nei poliziotti e non nella giovane i veri colpevoli. Bisogna pertanto che i responsabili delle violenze da lei subite siano portati davanti alla giustizia. 

Una firma contro l'impunità

In genere la magistratura afghana non persegue mai i membri delle forze dell'ordine. Ora sta cercando di dilazionare ogni decisione, forse sperando che la pressione internazionale si attenui. Una protesta globale però potrebbe convincere i giudici a provvedere. Giova ricordare che in questo caso i parenti della ragazza lottano con lei per poterla sottrarre al suicidio, salvaguardando anche la sua dignità. 

Sul sito del gruppo per la difesa dei diritti umani si può firmare la petizione per Lal. L'associazione chiede anche che i programmi di addestramento della nuova polizia afghana diretti dagli Stati Uniti siano subordinati al rispetto dei diritti umani


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