Bashar al-Assad
Nonostante le denunce internazionali e il piano di intervento elaborato dall'Onu dopo i fatti cruenti delle ultime settimane, il regime di Bashar al-Assad è ancora saldamente al potere in Siria. Questa "capacità di resistenza" si spiega, secondo il professor Vittorio Dan Segre, tenendo conto delle divisioni in seno al comitato rivoluzionario - contrapposte alla tenuta di un governo che non ha subito defezioni -, dell'inattendibilità delle informazioni provenienti da entrambe le parti, della 'fisionomia' di un paese, la Siria, che "come stato unitario nazionale non è mai esistita".
"La Siria è infatti un mosaico di etnie e religioni - scrive Dan Segre - che teme l’arrivo al
potere dell’etnia religiosa mussulmana sunnita maggioritaria (leggi
Fratelli musulmani) di cui gli altri gruppi a loro volta temono la
supremazia e le vendette."
E quanto ai rapporti internazionali, Dan Segre cita tre grandi potenze: "l’Iran che sostiene militarmente il regime al potere in
quanto rappresenta il doppio ponte strategico con il Libano e con
l’organizzazione shiita degli Hezbollah e contro Israele; la Russia ha in Siria il suo sbocco strategico sul Mediterraneo, con basi
navali e, fattore da non dimenticare, 30 mila russi o russe sposate con
siriani e residenti locali, ed infine la Cina che ha nell’Iran il suo maggiore fornitore di petrolio."
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