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I diplomatici turchi e la Shoah

basteranno i Giusti a scuotere Erdogan?

Il festival del cinema di Ashkelon in Israele quest'anno è dedicato ai salvataggi degli ebrei durante il nazismo. Sono stati presentati film su Villa Emma in Italia, sulla figura di Carl Lutz che salvò migliaia di israeliti a Budapest e su altri episodi già noti agli utenti del nostro sito. 

Le storie dei diplomatici turchi però erano ancora ignote. Le ricostruisce il docufilm The Turkish Passport, che originariamente doveva essere la storia del solo Behic Erkin, l'ambasciatore di Ankara a Parigi durante la seconda guerra mondiale. Poi l'opera ha assunto proporzioni più vaste e comprende le vicende di 20 ebrei sottratti alla deportazione e dei diplomatici turchi a Parigi, Marsiglia, Budapest, Praga, Varna, Amburgo e Rodi. 


Questi funzionari, ciascuno autonomamente e senza alcuno sforzo coordinato, sfruttarono la neutralità della Turchia per proteggere gli ebrei fornendo loro passaporti del Paese in riva al Bosforo. Certe volte i diplomatici turchi arrivarono al punto di tirare giù gli ebrei dai treni della deportazione. Uno di quei funzionari era Necdet Kent, padre dell'attuale Direttore della Coca Cola Muhtar Kent.  


Il salvataggio più sorprendente fu compiuto quando alcuni diplomatici turchi convocarono gli ebrei e letteralmente li caricarono su treni diretti a Istanbul. Tra il 1943 e il 1944 ben 12 treni di questo genere attraversarono l'Europa e portarono gli ebrei in salvo in Turchia. Si contano in tutto centinaia di salvataggi, ma il numero potrebbe crescere a mano a mano che si accerta la verità storica. Nel film si vedono i familiari delle feluche, documenti originali e scene che permettono di ricostruire ciò che avvenne a quei tempi tragici. 


Uno dei diplomatici è Giusto fra le nazioni


Notevole anche la storia di Selahattin Ukumen, il console generale a Rodi, che trascorse sei mesi ai domiciliari e fu infine rimpatriato in Turchia dai nazisti per aver tentato di salvare 80 ebrei che si trovavano sull'isola. È l'unico a essere stato punito per il suo coraggio ed è l'unico a essere stato dichiarato Giusto fra le nazioni da Yad Vashem. 


Il giornale israeliano Haaretz ha chiesto al produttore del docufilm Bahadir Arliel di spiegare le motivazioni dei gesti dei diplomatici turchi. Questa la risposta: "Gli ebrei avevano bisogno d'aiuto e i funzionari erano nella posizione di aiutarli. Si tratta di un tratto tipico dei turchi". 


Peccato che Ankara al giorno d'oggi non veda spesso l'eroismo di quei suoi diplomatici. Secondo il giornale inglese Guardian sarebbero ben 5.000 le cause contro giornalisti intentate dalle autorità turche sotto i più vari pretesti, con il chiaro scopo di intimidire la stampa. Il Paese è sempre più autoritario, tentato dall'applicazione sistematica della sharia e lontano dal riconoscere le proprie responsabilità nel genocidio degli armeni del 1915.  Che il ricordo dei Giusti serva a illuminare il cammino dei governanti?

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