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L'emigrazione armena verso la Turchia

una popolazione discriminata

Osservatorio Balcani e Caucaso segnala la situazione degli immigrati armeni in Turchia, per lo più donne. Sono tra le 10 e le 20 mila e sono spesso prive di documenti. Per Ankara sono clandestine, con pesanti conseguenze sui loro mille bambini, che di fatto risultano "irregolari" e non hanno nemmeno diritto all'istruzione.

Per i compagni e mariti di queste donne la situazione sarebbe ancora peggiore: sarebbero minacciati da un alto tasso di disoccupazione e in definitiva costretti a fare da guardiani della sicurezza delle loro famiglie. Tranne qualcuno, che lavora al bazar come orafo o calzolaio. 


Il reportage si svolge intorno alla chiesa armena di Surp Hovhannes, cui fanno capo molti immigrati armeni. Arrivano in Turchia dopo un viaggio di 36 ore che passa anche dal territorio georgiano. Le frontiere tra Turchia e Armenia infatti sono chiuse per un complesso di incomprensioni che vanno dalla questione del riconoscimento del genocidio armeno, che Ankara nega, alla sorte della regione di confine tra Armenia e Azerbaigian, il Nagorno-Karabakh, in cui si svolge una "guerra a bassa intensità", ma dalle gravi ripercussioni fisiche e morali, tra armeni e azeri, questi ultimi vicini ai turchi.   


Anche la questione dell'immigrazione rientra tra i problemi di convivenza tra Armenia e Turchia: infatti nel 2010 Erdogan era arrivato a minacciare di espulsione i migranti armeni. In inglese il verbo è to deport, e subito la memoria era corsa al tragico 1915, scaldando non poco gli animi. 

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