Gariwo
https://it.gariwo.net/magazine/diritti-umani-e-crimini-contro-lumanita/grozio-e-san-tommaso-nel-pantheon-di-hollande-7965.html
Gariwo Magazine

Grozio e San Tommaso nel pantheon di Hollande?

La "guerra giusta" in Mali

Da mesi il governo del Mali chiedeva un intervento militare della comunità internazionale per liberare il Nord del Paese dai gruppi islamisti. A dicembre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha emanato la Risoluzione 2085, dando il via libera a un mandato di un anno per usare "tutte le misure necessarie" ad allontanare gruppi terroristici ed estremisti armati.

In questi giorni la Francia di Hollande ha autorizzato l'intervento militare diretto, di fatto anticipando i tempi previsti a livello internazionale. L'Onu tuttavia ha ribadito l'appoggio a tale decisione, non considerandola in contrasto con le direttive del Palazzo di Vetro. Ai soldati francesi si aggiungeranno a breve contingenti provenienti da Nigeria, Niger, Burkina Faso, Togo, Senegal e Benin. L'Algeria ha inoltre dato il via libera per l'utilizzo del suo spazio aereo per condurre le operazioni.

Si può parlare di un'azione francese di rinnovato colonialismo? O del socialista Hollande sulla scia di Sarkozy? Bernard Henry Lévy smentisce questa posizione, evocando la guerra giusta così come la teorizzavano Grozio e San Tommaso. Hollande ha deciso di usare la forza in extremis, in pieno accordo con la legalità internazionale e con le Nazioni Unite, e si è assicurato che "l'operazione avesse ragionevoli possibilità di successo e che il male da essa eventualmente causato sarebbe stato meno grande di quello impedito".

Un male impedito non solo a livello geopolitico, in cui si paventava il rafforzamento delle cellule islamiche di Mauritania e Niger o il collegamento con il Boko Haram nigeriano, ma anche a livello umanitario, considerando le violenze commesse dagli islamisti nel Nord del Mali nel tentativo di imporre la sharia.

Non vanno però dimenticate le conseguenze del conflitto: se nello scorso anno circa 350.000 persone avevano lasciato il Mali, oggi la cifra è quasi raddoppiata. Burkina Faso, Mauritania, Niger e Algeria le mete principali. Per non contare i 230.000 profughi che sono sfollati in altre aree del Paese. Non solo donne e bambini, ma anche gli stessi Tuareg. "Se sei Tuareg, ma non ti arruoli con i ribelli e non vuoi la sharia - dichiarano i membri dell'etnia Tamashek - non ti resta che fuggire".

Non perderti le storie dei Giusti e della memoria del Bene

Una volta al mese riceverai una selezione a cura della redazione di Gariwo degli articoli ed iniziative più interessanti. Per iscriverti compila i campi sottostanti e clicca su iscrizione.




Grazie per aver dato la tua adesione!

Contenuti correlati