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Prigioniera di Hitler e Stalin

Margarete Buber-Neumann

Margarete Buber-Neumann ha conosciuto l'inferno e lo ha testimoniato. Dopo essere stata deportata prima nei campi di concentramento sovietici e poi in quelli nazisti, ha saputo raccontare al mondo gli orrori dei totalitarismi. 
Nata nel 1901 a Potsdam nella famiglia del famoso filosofo ebreo tedesco Martin Buber, Margarete milita nella gioventù comunista dove conosce il suo futuro marito, Heinz Neumann, dirigente del Komintern e deputato al Reichstag. Quando Hitler diventa Cancelliere, la coppia fugge prima in Svizzera e poi in URSS. 

Nel 1937 suo marito sparisce senza lasciare traccia. Nel 1938 è lei a venire arrestata come "elemento socialmente pericoloso". È condannata a cinque anni di lavori forzati e spedita nel gigantesco lager di Karaganda nel Kazakhstan. 

Il 23 agosto 1939 URSS e Germania firmano il Patto Molotov-Ribbentrop. In segno di amicizia con Berlino, Stalin consegna al dittatore tedesco e alla sua Gestapo un migliaio di prigionieri comunisti ed ebrei. Margarete nel 1940 è dunque deportata a Ravensbrück, "l'inferno delle donne", come veniva chiamato questo lager vicino a Berlino. 

Nel 1945, all'arrivo dell'Armata Rossa, la prigioniera è costretta a fuggire e ripara in Svezia. A Stoccolma, la sera dopo il lavoro, inizia a redigere il suo resoconto dell'internamento, che esce prima in svedese e poi nei principali Paesi europei e negli USA con il titolo di Prigioniera di Hitler e Stalin

In alcuni Stati tra cui la Francia la diffusione del libro incontra ostacoli ideologici e culturali. A Parigi il resoconto della prigionia sotto Stalin e quello del lager nazista escono in due volumi diversi... a 40 anni l'uno dall'altro. All'epoca non tutti ammettevano che si potesse, come la Buber-Neumann, scrivere che "la morte per fame deliberatamente inflitta al figlio di un kulako ucraino vale tanto quanto la morte di fame inflitta a un bambino ebreo del ghetto di Varsavia dal regime nazista".

Secondo lo studioso Pierre Rigoulot, la visione della testimone era "eretica" in un'epoca in cui i partiti comunisti erano fortissimi e Mosca era celebrata quasi unanimemente come vincitrice dell'eroico sforzo contro Hitler. Margarete viene accusata di essere "bugiarda, trotskista, nazista o, peggio ancora, una spia americana!". "Una cosa era certa: non ci potevano essere lager nei Paesi comunisti". 

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