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Di padre in figlio

se la dissidenza bulgara diventa una saga

Dimitar Stoyanov, in arte Radoj Ralin, si ribellava contro il potere comunista in Bulgaria. Accusato dal regime di Zivkov di essere un "nemico del popolo", un comunista degradato" e un "adepto delle teorie borghesi", fu perseguitato dai servizi segreti di Sofia per le caricature e gli epigrammi in cui prendeva in giro l'onnipotente partito comunista e i suoi leader. Umiliato, conobbe la censura dei suoi libri e la minaccia del carcere, ma si rifiutò di emigrare. 
Ora la sua storia è ricostruita da un libro di Tania Stoyanov, la nuora. Anche lei sposata a un dissidente. Il figlio di Dimitar, Stéphane Stoyanov, ha infatti seguito le orme del padre, solo che si batte contro quei persecutori del genitore che nel passaggio al capitalismo si sono dati alle frodi, ad accumulare fondi illeciti e in sostanza a pratiche mafiose. 

Spesso, sottolinea l'uomo, che lavora come doganiere all'aeroporto e tutti i giorni rifiuta le profferte di arricchirsi dei colleghi disonesti, ex apparatchnik e moderni corrotti coincidono. Secondo lui addirittura l'ex premier Boris Borysov, uscito sconfitto alle recenti elezioni, era un'ex guardia del corpo di Zivkov che si è poi fatto strada come leader politico con mezzi non trasparenti. 

Per via del suo impegno, che consiste anche nell'offrirsi come scrutatore elettorale per poi denunciare i brogli, Stéphane Stoyanov ha subito diverse aggressioni fisiche, tra cui la frattura della mandibola nel 1988. Il dissidente spiega a Le Monde: "Il regime comunista aveva istituito una confusione permanente tra il Partito e lo Stato. In qualche modo questa mentalità perdura anche oggi. Politica e affari rimangono strettamente legati". 

Radoj Ralin nel 1989, durante un comizio, aveva raffreddato gli animi degli attivisti prevedendo che nuovi potenti avrebbero preso prontamente il posto dei vecchi. E il figlio, "come tutti i bulgari che rifiutano l'affarismo", ha trovato le stesse difficoltà del padre a farsi largo nella nuova società. È stato spesso disoccupato ed emarginato, si è trovato il telefono controllato e ha subito condanne politiche

Tania Stoyanova constata che nei libri di scuola dei loro figli storie come quelle del nonno non ci sono ancora. L'opera di Radoj Ralin è quasi introvabile nelle librerie bulgare. Per questo ha deciso di narrare questa saga familiare che coinvolge il suocero e il marito in un'ideale staffetta contro il totalitarismo. Questo, anche se l'editore ha corretto la prefazione emendandola dalle critiche al comunismo. Nella Bulgaria di oggi, dove la statua di Radoi Ralin è stata sì collocata in una piccola piazza, ma senza la presenza di alcuna autorità. 

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