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Le prime scuse di una Guardia Rossa

pubblicate da una rivista cinese

Il 13 aprile Liu Boqin, un'ex Guardia Rossa della regione dello Shandong aveva scritto sul sito di una rivista: "Ero giovane e ignorante all'epoca della Rivoluzione Culturale, fui indottrinato da alcune persone e ne ho ferite delle altre. In questi anni ho presentato le mie scuse presso alcune centinaia di loro e ho ottenuto la loro comprensione, ma non sono riuscito a contattare tutti e alcuni sono morti. Desidero pubblicare un annuncio per scusarmi anche con loro e con le loro famiglie, a redenzione delle mie colpe passate". 
Liu si riferisce agli anni '66-'69, quando Mao Zedong, che stava perdendo le forze fisiche e morali, scatenò un'ondata di violenze interrotta solo dall'invio dell'esercito. La Cina era sprofondata in uno stato di quasi guerra civile nel quale furono perseguitati milioni di persone per il ceto sociale, il livello culturale o la semplice lontananza dalla vita politica. 

La rivista Yanhuangchunqiu, edita da ex membri del Partito e intellettuali riformisti, ha pubblicato l'intervento intitolandolo "Le scuse solenni". L'ex Guardia Rossa ha spiegato di essersi reso responsabile del saccheggio delle case di due compagni e della persecuzione di svariati professori e delle loro famiglie. "Invecchiando", spiega, "ho affrontato una riflessione dolorosa. Anche se ero stato trascinato dalla Rivoluzione culturale, ho una responsabilità individuale per il male che ho fatto e non la posso negare", ha scritto prima di presentare le sue scuse

Il 18 giugno Liu ha fornito maggiori dettagli sulla sua passata condotta sul Nanfang Dushibao, un giornale "liberal". Subito si sono scatenate le reazioni degli utenti Internet. Lo specialista di questioni culturali cinesi Zhu Dake ha commentato: "In un Paese in cui non c'è una tradizione di pentimento, questa lettera può essere interpretata come un atto di risveglio dell'umanità". L'intellettuale Wu Zuolai ha scritto: "Queste scuse hanno un valore storico, dimostrano che l'umanità può vincere il male". L'attore e scrittore Le Jia ha scritto che queste parole "hanno un valore enorme per chiunque abbia una coscienza". Non sono mancate richieste di scuse anche ai responsabili di ingiustizie sociali e collusioni mafiose. 

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