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"Il genocidio del giorno"

una pagina Facebook per tutte le persecuzioni

Si chiama Genocide of the Day ed è una pagina Facebook (in ebraico) nata quasi per gioco con l’intento di raccontare la storia di un genocidio ogni giorno. All’inizio non vi era alcuna finalità educativa, ma la pagina è presto diventata uno strumento social per spiegare agli israeliani che l’Olocausto non è il solo genocidio della storia. 

“La finalità didattica è arrivata solo in un secondo momento - spiega al quotidiano israeliano Haaretz il fondatore Lior Golgher - quando mi sono reso conto dell’esistenza di genocidi di cui non sapevo nulla, in Cina e in Mongolia per esempio. Poco a poco si è formata un’intenzione educativa per mostrare che non siamo l’unico popolo sulla faccia della terra ad essere stato sistematicamente sterminato.”

Fino a oggi Golgher, che lavora come medico al Rambam Medical Center di Haifa, ha raccolto storie di genocidi per circa novanta giorni. Nel frattempo tre redattori volontari, di cui due provenienti dal Committee for the Fight against Genocide, si sono offerti di aiutarlo in un'impresa così impegnativa. Del resto, "è tutta una questione di tempo. Se se ne avessi a sufficienza - sottolinea Golgher - potrei trovare una storia per ogni giorno dell’anno”. 

La pagina non si occupa solo delle sofferenze inflitte agli ebrei in ogni epoca e in ogni parte del mondo, ma racconta di altre atrocità commesse dall'Europa all'Africa e all'Indonesia. 

“Le persone continuano a massacrarsi tra di loro, con i machete o le bombe atomiche" risponde l'ideatore della pagina a chi gli chiede cosa abbia imparato da questa esperienza. “Dai un'arma e una legittimazione a una persona o a un gruppo, e non esiteranno a farlo. Non esiste nessuno di cui si possa dire 'non era coinvolto nel gencidio'”. 

La ricerca svolta per aggiornare "Genocide of the Day" ha permesso a Golgher di sviluppare un’idea molto precisa circa la memoria, la didattica e la rappresentazione dei genocidi. Su questo punto, non risparmia critiche al modo in cui Israele commemora l’Olocausto. “Quando un bambino va in una camera a gas con una bandiera Israeliana sul retro, credo si dia un messaggio confuso dal punto di vista educativo. Non dovremmo fare il monumento alle atrocità commesse dai nazisti. Noi dovremmo commemorare la vita”. 

In un unico quesito, Golgher sintetizza il senso della sua sfida. “Non capisco come riconoscere altri genocidi possa sminuire lo sterminio della mia famiglia. So cosa vuol dire essere di terza generazione. Ma come può la distruzione della mia famiglia diventare meno significativa solo perché altre persone muoiono o vengono assassinate?"
A questa domanda nessuno ha ancora dato una risposta plausibile.  

9 luglio 2013

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