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In Siria servono truppe di terra

Secondo Romeo Dallaire

L’unico modo per risolvere la crisi siriana è un invio di truppe di terra nel Paese. Parola di Romeo Dallaire. Il generale, a capo della missione ONU in Ruanda durante il genocidio del 1994 - e ora senatore in Canada - descrive l’idea di un attacco militare mirato come una strategia senza alcun senso, e sostiene che l’invio di truppe di terra potrebbe separare le parti in causa e permettere di raggiungere una soluzione diplomatica.

Secondo Dallaire, i soldati agirebbero sotto il Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, ovvero sotto la clausola che autorizza l’azione militare in caso di minaccia alla pace.

“Il parallelo [con il Ruanda] è l’inettitudine della comunità internazionale - ha ricordato il generale - fatta da un gruppo di politici preoccupati dei propri interessi personali. Non ho dubbi, nella mia mente militare, che non si arriverà a un accordo fino a che non verrà messa sul territorio la bandiera delle Nazioni Unite, sotto il Capitolo VII, e non si avranno forze credibili, con un equipaggiamento credibile, in grado di fare il giusto lavoro”.

Come capo della missione ONU in Ruanda, Dallaire chiese ripetutamente l’invio di rinforzi alle sue truppe, formate da 2500 peacekeeper male equipaggiati e poco addestrati, ma la sua richiesta venne ignorata. Anzi, allo scoppio delle violenze le Nazioni Unite decisero di ritirare gran parte del contingente, riducendolo a 300 militari.

“Raddoppiatemi gli uomini a disposizione – scrisse il generale al comando ONU – e fermerò il genocidio”. “Tutto ciò di cui avevo bisogno - racconta oggi Dallaire in un’intervista al Daily Telegraph - erano 5mila soldati, e saremmo stati in grado di portare a termine una significativa riduzione delle violenze del genocidio”.

Secondo il generale, il modello da seguire per la soluzione del conflitto in Siria è il Mali. “La Francia ha agito bene in Mali - ha dichiarato - Era una situazione che aveva bisogno di truppe sul territorio per stabilizzare la crisi. Qui si deve fare la stessa cosa, invece di sparare dall’aria una serie colpi sulla Siria. L’intervento ‘chirurgico’ è impensabile, anzi peggio, è ipocrita. Avrebbe dovuto essere compiuto due anni fa. Non c’era bisogno delle armi chimiche o di questo attacco con il gas per terrorizzare tutti”.

12 settembre 2013

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