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Il più grande attacco dal 1988

presentato il rapporto ONU sulle armi chimiche in Siria

Il rapporto degli ispettori ONU inviati in Siria per cercare le prove dell’attacco con armi chimiche dello scorso 21 agosto documenta “il più significativo attacco coi gas contro civili dal 1988, quando Saddam Hussein li usò ad Halabja”, secondo quanto dichiarato dal Segretario generale delle Nazioni Unite Ban- Ki moon.

Un attacco quasi certamente firmato dal regime siriano, sebbene gli ispettori non lo abbiano scritto nel rapporto - il loro mandato infatti si limitava a richiedere indagini su quanto avvenuto, e non dava loro il compito di stabilire il responsabile dell’attacco.
Pur rimanendo la possibilità teorica che alcuni missili siano stati trafugati dai ribelli e usati per provocare la reazione militare americana, i dettagli presenti nelle 41 pagine presentate a Ban Ki-moon - che documentano il tipo di munizioni usate, la quantità e la qualità del gas sarin, la vasta portata dell’attacco e la traiettoria dei missili utilizzati - sembrano inchiodare il regime di Assad.

Solo la Russia frena, chiedendo ulteriori analisi scientifiche, ma le scritte in cirillico ritrovate sui missili usati nell’attacco - che fanno pensare alle armi che Mosca ha fornito ad Assad - non possono non imbarazzare il Cremlino.

L’attacco del 21 agosto alla periferia di Damasco è avvenuto con missili terra-terra, che trasportavano 350 litri di sarin. La traiettoria dei razzi è molto indicativa, perché mostra che tutti i vettori provenivano da zone saldamente in mano agli uomini di Assad. Il bombardamento è avvenuto di notte, quando la temperatura scende di molto e permette al gas di rimanere ben ancorato al terreno e di diffondersi nel sottosuolo, dove i civili si nascondono dagli attacchi.

Gli ispettori, guidati dall’esperto svedese di armi chimiche Ake Sellstrom, hanno inoltre osservato i segni dell’attacco su 80 sopravvissuti: sindrome da soffocamento, convulsioni, nausea, spasmi, salivazione eccessiva, perdita di orientamento, pupille rimpicciolite, vista appannata, debolezza estrema, tremito incontrollabile e svenimenti. Gli stessi medici che avevano dato il primo soccorso alle vittime si sono sentiti male.

Testimonianze sconvolgenti, come ha raccontato a LaStampa Maurizio Barbeschi, membro italiano della squadra di ispettori. “Ho parlato con un bambino che nell’attacco aveva perso 26 familiari - ricorda Barbeschi - Era rimasto solo: i suoi occhi non li scorderò mai più. È vero che c’erano stati già centomila morti nella guerra, e non esiste una classifica delle atrocità. Ma così, con le armi chimiche, mancano le parole per descrivere”.

Ban Ki- moon ha dichiarato che ora spetta ad altri appurare le responsabilità dell’attacco, ma ha continuato aggiungendo: “Questo è un crimine di guerra e una grave violazione del diritto internazionale. Confido che tutti possano unirsi a me nel condannare questo crimine spregevole. La comunità internazionale ha la responsabilità di far sì che i colpevoli siano consegnati alla giustizia”. Spetta ora al Consiglio di Sicurezza stabilire come.

18 settembre 2013

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