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Un pessimo invitato per un the

ritratto della Russia putiniana

Negli ambienti della City di Londra dicono di Putin: "È molto professionale, molto ben informato e quando coglie un'opportunità tende a scagliarsi sulla giugulare. Non è un diplomatico, non è il tipo di persona che invitereste a prendere il the. Ma dobbiamo fare affari con lui".  Non solo business is business, ma ad alcuni leader occidentali i tea party dei conservatori americani non sono graditi, per divergenze profonde sulla politica economica e sui diritti civili. Quindi c'è sempre il rischio che la politica aggressiva della Russia conquisti alleati e sostenitori. 
Il Presidente della Russia ha trasformato il Paese sia dal punto di vista della politica estera, sia da quello del rispetto dei diritti al suo interno. Implacabile sulla Siria e sull'Iran, Putin ha anche portato avanti una politica estera aggressiva anche nei confronti dell'Ucraina, della Moldova e della Georgia, per impedire loro di aderire all'Unione Europea e proporre invece il proprio cavallo di battaglia: l'Unione Doganale con Mosca

Repressione e aggressività

All'interno si è fatto promotore di un "potere verticale", in pratica un monopolio politico. Ha preso di mira i dissidenti, le ONG internazionali, le minoranze sessuali, e ora anche chi osa contestare il suo predominio dell'Artico, come gli attivisti di Greenpeace. Si è registrato perfino il caso di un pestaggio (circostanza ancora da chiarire, ma dai contorni apparentemente omofobi) ai danni di un diplomatico olandese.  

Il 27 ottobre una marcia di 4.500 persone, 6.000 secondo i giornalisti presenti, ha attraversato Mosca chiedendo la libertà per Mikhail Khodorkovsky a dieci anni esatti dal suo arresto, il rilascio degli altri dissidenti tra cui le Pussy Riot condannate ai lavori forzati e la democratizzazione della Russia. 

Tre anni di irrequietezza

È dal 2011 che Vladimir Putin non dorme più sonni tranquilli, perché l'economia è in fase di contrazione e si è risvegliata l'opposizione. Secondo l'ambasciatore inglese a Mosca negli anni 2005-2010, il comportamento repressivo di adesso è quindi "segno di debolezza", non di forza. È un modo per Putin e il suo gruppo dirigente di riaffermare il proprio controllo. 

È vero che Presidenti come Hollande si sono imposti di "non giudicare e non valutare", ma c'è anche chi, come Angela Merkel, se è disposta a sacrificare qualcosa del quieto vivere lo è perché i suoi elettori non sono tutti inclini a sopportare un'amicizia con un dittatore. 

Il cortile della Russia

Il dittatore che, per dirla con un giornalista tedesco, "reprime i critici nel Paese e attacca quelli che ci sono all'estero", compie anche errori strategici nella sua politica spregiudicata. Per esempio, secondo Gazeta Wyborcza, quando ha opposto resistenza alle ambizioni atlantiche della Polonia e di molti Paesi dell'Europa centrale. Varsavia non dimentica eventi come la tragedia di Smoleńsk o la guerra tra Russia e Georgia. Per esempio quando si è trattato di votare per il Presidente della Commissione Europea, Varsavia ha bocciato la figura di Paavo Lipponen perché aveva lavorato come consulente per aziende russe. E continua a sostenere la candidatura di Kyev nell'Unione Europea. 

Sempre secondo il giornale polacco, la Polonia non segue più l'influenza di Mosca da tempo, ma la cultura dei russi, i "tormenti della loro anima", continuano a essere molto popolari e seguiti. Mosca sta distruggendo questo patrimonio di (litigioso) vicinato costruito nei secoli. Molto più filorusse appaiono le tradizionali terre di conquista di Mosca, oggi dipendenti dal suo gas oltre che dalla sua volontà politica di non aggredire i vicini, come la Georgia dove le elezioni sono state appena vinte dal "filosofo di Putin" Georgij Margvelashvili, che ha subito dichiarato che il suo Paese non parteciperà alle campagne internazionali di boicottaggio delle Olimpiadi di Sochi. 

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