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Voci ridotte al silenzio

rapporto Amnesty sul dissenso in Vietnam

Amnesty International ha pubblicato il 7 novembre 2013 il suo nuovo rapporto sul Vietnam. In esso ha denunciato come leggi e decreti siano utilizzati per punire la libertà d'espressione, sia online che nelle piazze. Il rapporto contiene l'elenco di 75 prigionieri di coscienza, persone che sono in carcere solo per aver alzato la voce per promuovere riforme, difendere i diritti umani fondamentali o altri diritti di soggetti singoli e comunità religiose. 
Un seggio all'ONU senza averne diritto?
Il ricercatore di Amnesty Rupert Abbott ha dichiarato: "Quest'anno il paese sta dibattendo un nuovo testo costituzionale e si candida per un seggio al Consiglio Onu dei diritti umani. Il governo sta dicendo al mondo che rispetta lo stato di diritto ma la repressione del dissenso viola i suoi impegni internazionali sul rispetto della libertà d'espressione". Sono numerosi i casi in cui l'ONU ha ammesso in specifiche commissioni Paesi indegni di farne parte, ad esempio quando la Commissione per i diritti delle donne fu affidata ai rappresentanti di Teheran. 

Significato di "prigionieri di coscienza"
Tra i prigionieri di coscienza, persone che "non sarebbero mai dovute essere arrestate", figurano anche figure del calibro di padre Nguyen Van Ly, sacerdote cattolico fondatore del gruppo per la democrazia Blocco 8406, malato di cancro al cervello che lotta per la democrazia e la libertà di culto in condizioni difficilissime. Ma i casi di persone ree di aver soltanto avanzato critiche o proposte potrebbero essere molti di più ed è importante che non si spengano i riflettori su alcuno di essi. 

Molti anni di carcere in condizioni durissime
Dall'inizio del 2012 molti di questi dissidenti sono stati condannati a molti anni di carcere al termine di processi che erano al di sotto degli standard internazionali. Spesso il regime ricorre alla detenzione preventiva senza il diritto a incontrare parenti e avvocati. I detenuti sono ritenuti automaticamente colpevoli e i procedimenti durano appena poche ore. Le condizioni di prigionia sono durissime: spesso gli internati vengono messi in isolamento e sottoposti a torture e altri trattamenti inumani e degradanti


Censura di Internet
Dal 1° settembre il governo vietnamita ha anche introdotto leggi restrittive sull'uso di Internet, che prevedono lunghe detenzioni per chi condivide notizie sui blog o svolge altre attività ritenute minacciose per la "sicurezza nazionale". Il 30 novembre l'Assemblea nazionale dovrebbe approvare una nuova Costituzione, ma secondo Amnesty la bozza non contiene misure atte a limitare l'arbitrio del governo e a promuovere la cultura dei diritti umani. L'associazione con sede a Londra chiede al Vietnam di rispettare il Patto internazionale sui diritti civili e politici di cui questo Stato è firmatario.  

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