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676 condanne a morte nel 2011

il rapporto di Amnesty International

La buona notizia è che i Paesi che utilizzano la pena di morte sono diminuti di un terzo rispetto a dieci anni fa. La cattiva notizia è che, tra i Paesi che la utilizzano, le condanne a morte sono cresciute in maniera allarmante. 

È quanto emerge dal rapporto di Amnesty International, che segnala che la pena capitale è stata utilizzata per punire l'adulterio e  la sodomia in Iran, la blasfemia in Pakistan, stregoneria in Arabia Saudita e in oltre 10 paesi per reati di droga. I metodi d'esecuzione hanno compreso la decapitazione, l'impiccagione, l'iniezione letale e la fucilazione. Nel corso del 2011 sono state messe a morte almeno 676 persone, 149 in più dell'anno precedente.


Amnesty sottolinea che questi dati non comprendono le migliaia di esecuzioni compiute in Cina, dove questi dati non sono resi noti, e quelle tenute segrete dell'Iran. È comunque un segnale positivo il fatto che soltanto il 10% dei Paesi del mondo ricorrano alla pena capitale. Il segretario generale di Amnesty Salil Shetty guarda al futuro con ottimismo e dichiara: "Non succederà improvvisamente, ma siamo convinti che arrivera' il giorno in cui la pena di morte sara' stata consegnata alla storia''. 

27 marzo 2012

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