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Aprire gli archivi del Vaticano

la richiesta delle nonne di Plaza de Mayo

"La preghiamo di aprire gli archivi del Vaticano, anche quelli che esistono negli arcivescovadi argentini, per caprire se vi è qualche informazione che possa darci la felicità di trovare qualcuno dei nostri nipoti". Termina così la lettera scritta a Papa Francesco dalle Abuelas de Plaza de Mayo (le nonne di Plaza de Mayo) in occasione dell'incontro con il Pontefice in Vaticano.

La richiesta è quella di aprire gli archivi della Santa Sede relativi al tempo della dittatura in Argenitna, dal 1976 al 1983, sia nel Paese latinoamericano che in Vaticano, per aiutare a rintracciare i figli dei desaparecidos, rapiti e poi affidati alle famiglie vicine al regime.

"Cerchiamo di ricostruire in maniera pacifica - si legge nel messaggio - attraverso il dialogo e la giustizia, quello che il terrorismo di Stato ha voluto cancellare. Su questo lungo cammino, uno dei più grandi ostacoli è stato il silenzio".

Sono infatti ancora circa 500 i bambini di cui si sono perse le tracce. Una volta "adottati" dai nuovi genitori, veniva loro fornita una nuova identità, cancellando i riferimenti al loro passato e la possibilità di essere ritrovati dalla famiglia d'orgine. Gli sforzi delle Abuelas hanno tuttavia permesso di rintracciare 108 bambini, che ora collaborano alla ricerca degli altri giovani scomparsi.

Lo scorso anno la giustizia argentina ha dimostrato l'esistenza di un progetto sistematico di appropriazione di minori durante il regime militare, e ha iniziato a condannare i responsabili di questi crimini. Nonostante questi importanti progressi, i procedimenti giudiziari non sono serviti a ottenere informazioni utili per ritrovare i bambini rapiti.

La richiesta di aprire gli archivi deriva dal fatto che alcune adozioni passarono attraverso l'intervento di prelati e organizzazioni cattoliche. "Non chiediamo di vedere i registri della Chiesa per accusare questo o quel prete - ha dichiarato Estela Carlotto, una delle Abuelas - ma  per ritrovare i nostri nipoti".

Gli archivi sulla dittatura argentina non sono gli unici ad essere sotto i riflettori dell'opinione pubblica. È di questi giorni infatti la dichiarazione del rabbino Abraham Skorka, grande amico di Jorge Mario Bergoglio, sulla necessità di un intervento del Papa per l'apertura degli archivi del Vaticano sulla Shoah.

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